Il pensiero post gara dell’irriverente Scugnizzo Viola
Che dire, amici viola… ieri al Franchi è andata in scena l’ennesima lezione subita dalla Fiorentina. Risultato finale: Fiorentina 1 – Napoli 3. Una sconfitta netta, non tanto per il punteggio, ma per come è arrivata. La sensazione è che, per più di un’ora di gioco, la Fiorentina abbia regalato la partita a un Napoli che non aveva certo bisogno di aiuti.
Il problema lo conosciamo tutti: il centrocampo viola è inesistente. Ieri Pioli, con le sue scelte iniziali, ha di fatto consegnato la mediana agli avversari. Mettere insieme Sohm, Fagioli e un attacco con un fantasma come Dzeko equivale a partire con tre uomini in meno. E contro il centrocampo più forte della Serie A – con McTominay, De Bruyne, Anguissa e persino Lobotka – è stato un suicidio tattico. Non è un caso che la maggior parte dei gol del Napoli siano nati proprio da lì, dalla mediana: zero filtro, zero interdizione, zero coraggio. In più, anche dietro si è ballato: Comuzzo e Pongracic hanno giocato come due dilettanti allo sbaraglio, sbagliando appoggi, posizionamenti e tempi.
Quando sono entrati i giovani, un’altra Fiorentina
Eppure, quando Pioli ha deciso di cambiare registro e buttare dentro tre giovanissimi italiani come Nicolussi Caviglia, Piccoli e Fazzini, il volto della squadra è cambiato. All’improvviso, il centrocampo ha iniziato a funzionare: verticalizzazioni, coraggio, niente più passaggi all’indietro sterili. Sohm e Fagioli, fino a quel momento, avevano fatto solo retropassaggi, bloccando qualsiasi tentativo di offendere. Il paradosso è proprio questo: servivano i ragazzi per dare quella freschezza che i titolari non hanno mostrato.
Ranieri, il vero capitano morale
In questo mare di mediocrità, c’è però un faro che brilla sempre: Luca Ranieri. Ancora una volta, si è caricato la squadra sulle spalle, lottando su ogni pallone, mettendoci cuore e coraggio. Il gol al 79’ è figlio di una grinta pazzesca. È stato l’unico a non mollare mai, fino al triplice fischio. Se tutti avessero avuto metà della sua determinazione, forse staremmo qui a commentare un altro risultato.
L’occasione di Piccoli e il rimpianto finale
E se Piccoli avesse segnato quel gol del 3-2 a cinque minuti dalla fine? Forse oggi parleremmo di un pareggio clamoroso. Ma non si può pensare di iniziare a giocare all’80’ dopo aver regalato i primi 80 minuti a un avversario del genere. Così non si va lontano.
Fagioli e un centrocampo da rifondare
Non voglio buttare tutte le colpe addosso a un solo giocatore, ma la partita di Fagioli è stata a dir poco deludente. Lento, compassato, impaurito: uno spettro del giocatore ammirato l’anno scorso. Così non ci si può permettere di affrontare nessuno, tantomeno un Napoli di questo livello. L’unico a provarci con qualche verticalizzazione è stato il solito Mandragora, ma da solo non basta.
Due punti in classifica: serve una svolta
La realtà è dura: la Fiorentina ha appena due punti in classifica e adesso arrivano due partite che pesano come macigni, contro Como e Pisa. Non dico che dobbiamo fare sei punti obbligatori, ma almeno quattro sì, altrimenti rischiamo di assistere a uno degli avvii peggiori degli ultimi dieci anni.
Concludendo
Prendiamo almeno qualcosa di positivo: le parole di Pioli dopo la partita, quando ha ammesso che chi è entrato ha fatto bene e che terrà conto di questo. Speriamo davvero che sia così, perché ieri abbiamo avuto la conferma che con il centrocampo titolare, così com’è, non si va da nessuna parte. Ora basta regali. Noi tifosi chiediamo una cosa semplice: che la Fiorentina torni a farci godere, a darci qualche gioia.
Pioli, prendi esempio da quei ragazzi entrati ieri e da Ranieri: riparti da lì.
E ORA CARI PARENTI E AMICI NAPOLETANI, INFATEMI PURE!
Scugnizzo Viola