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Prandelli racconta la sua Fiorentina: “Corvino mi disse che stava per prendere Higuain, ero estasiato”
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Prandelli racconta la sua Fiorentina: “Corvino mi disse che stava per prendere Higuain, ero estasiato”

Redazione

24 Maggio · 17:39

Aggiornamento: 24 Maggio 2022 · 18:13

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Foto di proprietà di ACF Fiorentina. Riproduzione vietata ©

Cesare Prandelli ha parlato a Lady Radio, queste le parole dell’ex allenatore della Fiorentina:

“Ero stato alla Roma, mi chiamò Corvino e mi disse che c’era una possibilità. Già nel corso della stagione precedente mi incontrai con i Della Valle ma non volevo allenare in quella stagione per quello che era successo alla Roma l’estate precedente. Il primo anno eravamo secondi e terzi in classifica, la società voleva rinnovare, io avevo dei dubbi poi guardando un documentario sull’alluvione di Firenze ho capito la vera essenza del popolo viola e cosi mi sono convinto a rinnovare.

Dopo aver vissuto quell’episodio tragico con il ritorno in panchina contro l’Inter (la perdita della moglie ndr), mi sono sentito in debito con Firenze, e anche adesso mi sento in debito con questa città. Dopo Calciopoli nessuno aveva obbligato nessuno a rimanere, nella serata delle sentenza, i tifosi ci guardavano e io mi sono sentito di rimanere, ho detto che sarei rimasto ed ho chiesto ai giocatori una notte per pensarci, il giorno dopo tutti mi hanno detto che sarebbero rimasti.

L’anno della semifinale di Coppa Uefa persa arrivammo anche in Champions League e mi ricordo che c’era la polemica ricorrente sull’uscire dalla Coppa per concentrarci meglio sul campionato, ma il vero capolavoro è stato il rapporto che avevo creato con il gruppo

Al primo anno abbiamo azzeccato i giocatori, quando venne Toni dissi a Luca che lui doveva pensare solo a fare gol, non doveva girare per il campo o venire a centrocampo. Pancaro fece benissimo e Pasqual mi dimostro di poter essere molto importante, aveva freschezza, quando Corvino mi propose questo giocatore gli disse che andava benissimo

Con Bojinov avevo un rapporto schietto, sincero. Il suo problema secondo me è stato che gli è pesato il prezzo alto con cui è stato acquistato, lui voleva lavorare e voleva migliorare, sempre eccezionale nell’impegno, il problema è come corri, molte volte sono i tempi di gioco che determinano la qualità del gioco sapeva di essere in difficoltà. Lo ricordo con piacere. Bojinov adesso è maturo come uomo, per esempio Cassano capisce tanto di calcio, ha un modo di esporsi alla Cassano ma è un grande intenditore di calcio e di giocatori, ha una conoscenza enorme.

Corvino mi disse che aveva trovato un giocatore fantastico, era Higuain, me lo avevano proposto con tanta insistenza, erano determinati nel prenderlo, era prima che andava al Real Madrid, avevo cullato questo sogno per qualche settimana, lo avevo visto ed io ho detto “se lo porti a Firenze non so quello che sarebbe potuto succedere”, ci avevo davvero creduto.

La cessione di Dainelli a gennaio del 2010 era gia programmata con un vecchio accordo tra il calciatore e il club, lui è stato un grande capitano, silenzioso. Frey tra i pali era tra i più forti del mondo, senza l’infortunio del 2006 sarebbe potuto migliorare ancor di più.

Quando arrivò Jimenez, Fiore mi chiese perchè doveva giocare subito titolare dopo qualche giorno, mi chiese il motivo, glielo spiegai e Fiore aveva subito capito. Affrontavamo cosi i problemi, direttamente. Fiore in quella stagione fece un anno clamoroso, non si usava ancora mettere un giocatore di qualità come mezz’ala

Ho avuto la fortuna di avere giocatori bravi come Mutu, lui era particolarmente impegnativo nella gestione, soprattutto nel primo anno, abbiamo un grande rapporto, ci sentiamo ancora oggi, fa l’allenatore e secondo me può diventare un ottimo allenatore e secondo me ce la farà, ha ancora la lettura da fenomeno che aveva da giocatore

Il 3-3? Abbiamo pareggiato una partita che era già persa, me la sono rivista, non abbiamo rubato nulla, mi sono rivisto anche tutti gli episodi. Loro sono calati, noi ci abbiamo creduto, anche un po di fortuna. Mutu ha visto delle cose che l’allenatore non riusciva nemmeno a percepire, il calcio è anche inventiva, noi molto spesso vogliamo ingabbiare i giocatore negli schemi, sono importanti ma ci deve essere spazio anche all’inventiva.

La vittoria contro la Juventus sono emozioni che ti rimangono, siamo tornati da Torino ed eravamo increduli per le notizie che arrivavano da Firenze, i campioni cercano questi posti qua. In quelle stagioni girò la voce tra i giocatori che c’era una passione pazzesca e in tanti si proponevano per venire a giocare nella Fiorentina.

Dissi a Liverani che avremmo giocato con due mediani nella stagione successiva ma lui è voluto rimanere uguale, dopo alcune partite, lui non giocava ma mi sono detto che in allenamento uno che giocava cosi bene non potevo metterlo fuori, cosi cambiai modulo perchè lui mi aveva saputo mettere in difficoltà

Su Montolivo c’erano grandissime aspettative appena arrivato, aveva qualità ma alle prime critiche è dovuto crescere perchè veniva paragonato ad Antognoni. Ha fatto poi secondo me una buonissima carriera. Con Kuzmanovic fu la prima volta che un centrocampo giocava senza incontristi”

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