Niccolò Pierozzi, classe 2001, di proprietà della Fiorentina ma oggi in prestito alla Reggina ha così parlato a Passione Fiorentina su Twitch:
Sei contento del percorso che stai facendo alla Reggina in Serie B?
“Mi sto trovando molto bene, stiamo facendo una stagione fantastica, sono stato abbastanza protagonista. Non è facile ambientarsi e non è scontato che le cose vanno così bene al primo anno. Sono stato anche molto fortunato, la squadra mi ha aiutato, stiamo andando benissimo. La squadra è forte, è bello e ti dà una grande mano. Per ora è stata la scelta più azzeccata che potessi fare”.
Quest’anno sei stato in ritiro a Moena con la Fiorentina, come ti sei trovato? Qual è la differenza tra quello che chiede Italiano ed Inzaghi?
“In ritiro mi sono trovato molto bene. Sì ci sono delle differenze tra quello che mi chuedeva Italiano e ciò che chiede Inzaghi. Ci sono delle differenze tattiche in fase di costruzione con il terzino, Italiano chiede di entrare dentro al campo. Sono vedute del mister che possono cambiare quando giochi. Qui a Reggio sono più largo, entrambi dicono di farsi vedere in fase offensiva, il terzino è quello che crea superiorità. Dal centrocampo in su le richieste sono sempre quelle. Può variare l’inizio dell’azione”.
Nella tua crescita ti ispiri a qualche giocatore in particolare?
“Ce ne sono tanti. A me piace davvero tanto Di Lorenzo perché per me fa le due fasi in maniera quasi perfetta, in un contesto dove la squadra gioca bene. Mi piace particolarmente. Biraghi? Lui ha un gran piede e sfrutta questa caratteristica, poi lui crea anche tante palle. Poi io giocando a destra guardo soprattutto quella”.
“L’obiettivo è la Serie A, vediamo se riusciamo a fare questo miracolo. Poi quello che succederà dopo vedremo”.
Qual è la differenza più grande dalla Primavera alla Serie B?
“Il passaggio non è banale. Il passaggio in C mi ha aiutato, sotto il livello fisico può darti molto. L’impatto fisico non è lo stesso della Primavera. Bisogna abituarsi il prima possibile però non è facile”.
Sei un ragazzo dei nostri, che viene dalla Virtus Rifredi. Ti senti pronto per vestire la maglia della Fiorentina?
“L’obiettivo c’è poi uno deve misurarsi con certe realtà. Dopo un anno di Serie B fatto bene uno dentro di sé lo può pensare. È difficile. Io sono dell’idea che se uno ci deve arrivare poi ci deve rimanere. Vedremo quello che dirà il campo, dopo devi dimostrare. Io lo spero di essere pronto”.
Un giocatore che ti ha colpito maggiormente…
“Kouamé l’ho visto davvero bene. Sembrava fosse fuori dai giochi invece ha lavorato ed è stato uno dei più in forma in questa prima parte di stagione, ha dato l’esempio a tutti”.
Sei molto affiatato con il tridente d’attacco ma soprattutto con Menez ed i suoi movimenti incontro, pensi di essere in grado ad adattarti anche con il tipo di gioco che ha Italiano o preferisci quel genere di punte che ti libera lo spazio?
“Quest’anno una punta come Menez ti dà diverse soluzioni, lui fraseggia molto bene. Ci sono altri attaccanti che preferiscono la palla in profondità ma questa è questione di abitudine e di conoscersi in allenamento. Lui ama venirla a prendere ed è stata forse la nostra forza perché la squadra è andata benissimo anche per merito suo”.
Vedi qualcuno che è pronto dalla Primavera a fare il salto in Prima squadra?
“Io mi ricordo l’ultimo anno con mister Aquilani, Amatucci mi piaceva tanto, ha personalità, è un ragazzo molto interessante. Secondo me lui già si vedeva due anni e mezzo fa quando io ero all’ultimo anno, lui ci stava alla grande. Io penso che sia migliorato ora ancora di più. Poi anche Distefano che per me è un grande esterno, poi vediamo come si evolve il loro percorso. Spero possano esordire e giocare tutti, credo però che si confermeranno”.
La Fiorentina a cui sei più legato…
“Il primo ciclo di Montella, mi divertivo, capivo un po’ di più di calcio, quelle precedenti fanno fatica. Ci è rimasto un po’ tutti nel cuore, ti divertivi”.
Quando giocavi nell’U-18 giocavi molto più alto rispetto al terzino poi ti hanno arretrato, per quale delle tue qualità secondo te? Ti manca giocare un po’ più avanti?
“Sì avevo iniziato un po’ più alto, poi il passaggio l’ho fatto all’ultimo anno di Primavera. Da lì ho continuato su quella strada perché è dove vedevo i risultati migliori. Ma avendo quell’indole offensiva, la caratteristica spicca di più adesso. Ora ho trovato la quadratura. Poi può cambiare tra quinto e terzino, ma in questo ruolo di campo posso migliorare ancora. Sono più forte di mio fratello ma anche lui non è male. Mio fratello è sempre partito un po’ più dietro, poi bene o male ci siamo ritrovati un po’ nello stesso ruolo, abbiamo delle caratteristiche differenti”.
Come è Aquilani? Quale è la sua qualità maggiore?
“Come si rapporta con i ragazzi, eccezionale, sa stare con i giovani e gestire i momenti. Non era detto che fosse così portato per lavorare con una Primavera. Tutti ci ricordiamo positivamente del mister, lavora molto fuori dal campo e ti trasmette quella voglia di fare e di aggiornarsi sempre. Ci sentiamo sempre quando possiamo, o ci vediamo a Firenze sono cose che fanno piacere”.
Perché Italiano sulla scelta del movimento del terzino ha cambiato idea?
“Il mister lavorava tanto su ciò ma non avendo magari più un centrocampista che copriva, ha dovuto cambiare qualcosa poi ora non ti so dire cosa provano o no. Magari questo fatto che il terzino non sia più lì in mezzo può dare più copertura”.
Chi gioca alla Virtus Rifredi o alla Floria o Molinense gioca nei campi di provincia… te ce l’hai fatta, ma c’è anche il sacrificio…
“È il sogno di tutto, e magari vedere gente nelle tue stesse condizioni che ce la fa ti più aiutare. Fai sacrifici per passione perché stare fuori per giocare è bello. Il sogno non deve mai smettere di esserci sennò viene meno la voglia di avere un obiettivo”.
Quanto è importante per te giocare con giocatori già formati? Quanto può essere importante un centro come un Viola Park?
“Fondamentale avere degli esempi in squadra, io gioco ora con ragazzi che hanno fatto Serie A e vinto campionati. Ti insegnano come affrontare i momenti, anche avere in difesa Camporese, Gagliolo, che al minimo errore ti tengono sveglio, ti aiuta un sacco. È fondamentale avere gente con personalità anche nello spogliatoio, devi saperci stare. Questo ti fa solo che crescere. Fondamentale avere anche un Viola Park che ti avvicini di più al modo di fare della Prima squadra. Sarà un passo enorme, super positivo”.
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