
Il pensiero post gara dell’irriverente Scugnizzo Viola
Fiorentina-Como 1-2. E già qui ci sarebbe da chiudere l’editoriale e appendere la penna al chiodo, perché perdere in casa contro una Como che pur essendo una buona squadra è pur sempre una squadra che due anni fa stava in serie B, dopo quattro partite con soli due punti in classifica, è una vergogna totale. Ma no, andiamo oltre.
Perché la beffa è che i primi 50-60 minuti li avevamo anche giocati bene. Pressing alto, ritmo, finalmente un’inversione di tendenza rispetto alle ultime partite dove regalavamo il primo tempo a chiunque. Stavolta invece abbiamo fatto l’opposto: un buon avvio e un secondo tempo regalato, come se fosse un pacco dono, al Como.
E qui casca l’asino. Perché nel momento decisivo entrano in campo i soliti due: Fagioli e Sohm. E lì cala la serranda. Due fantasmi. Due corpi estranei. Due che, ogni volta che mettono piede in campo, sembra che si spenga la luce. Non è questione di scaramanzia, ma di realtà: lenti, impauriti, senza coraggio. Dare la palla a loro significa perderla o retrocedere di dieci metri. Mai una giocata in avanti, mai un guizzo. Se il Como ha preso fiducia e ci ha ribaltato è anche (anzi, soprattutto) per colpa loro.
Ma non sono stati i soli a deludere. Anche Pongračić ha avuto una responsabilità pesante: non si può aspettare Addai in area senza andare a chiuderlo fuori. Nemmeno all’oratorio si difende così. Se lasci spazio a un avversario lanciato, il gol è solo questione di tempo. Lui invece lo ha solo guardato, senza andare a stringerlo sulla linea, niente gli ha proprio detto: vieni pure in area!
Ma la vera colpa è una sola: l’allenatore. Perché è lui che li manda in campo. È lui che prepara male la squadra. È lui che dopo un mese dall’inizio del campionato ci fa sembrare fisicamente indietro rispetto a tutti. Ogni squadra che incontriamo corre il doppio, ha più benzina, più gambe, più cattiveria. Noi sembriamo fermi, compassati, senza anima. Ma questa squadra cosa ha fatto la preparazione per le olimpiadi di Topolino?
Eppure qualcuno da salvare c’è:
- Nicolussi Caviglia, che ha fatto la partita della vita. Sempre lucido, sempre dentro al gioco, mai un errore. Finalmente uno che sa cosa fare col pallone.
- Fazzini, un mastino. Velocità, cattiveria, agonismo. Deve giocare SEMPRE, altro che panchina.
- Mandragora, l’unico superstite del vecchio centrocampo viola che mette sempre la gamba, sempre il cuore, sempre la testa.
Questi tre DEVONO essere intoccabili. A meno che non si rompano una gamba, devono partire sempre dall’inizio. Punto.
Piccoli? Buon primo tempo, ma nel secondo tempo si è sciolto come neve al sole. E come lui tutta la squadra.
Kean? E’ grasso che cola se ha ricevuto due palloni sporchi!
Poi parliamo pure degli acquisti. Lamptey. Ma davvero c’era bisogno di prendere uno che negli ultimi anni ha passato più tempo in clinica che in campo? Ma con Dodò, Fortini, Gosens e Parisi serviva un altro terzino? No. Assolutamente no. L’ennesima operazione senza logica di una dirigenza che ormai naviga a vista.
E allora chiudiamola qua: questa è la peggior partenza dell’era Commisso. Quattro partite, due punti. Il nulla cosmico. E il presidente? Continui pure a dire che spende, che mette i soldi, che il centro sportivo è bello. Ma qui la gente si è stufata. Qui serve agire. O caccia lo staff, o cambia allenatore, o vende la società. Insomma, faccia QUALCOSA. Il presidente, che ha sempre sottolineato quanto spende e investe, ora dovrebbe farsi delle domande concrete. Perché non si tratta solo di soldi o strutture, ma di risultati, di scelte tecniche e di una squadra che in campo sembra senza anima. Perché noi, tifosi, di questo vuoto ci siamo francamente rotti le scatole!
ME STATE FACENN PASSA’ O GENIO! (Mi state fando passare la voglia)
Scugnizzo Viola
