Abbiamo sentito in esclusiva il giornalista de La Repubblica, Matteo Dovellini, queste le sue parole sulla situazione
1) Dimissioni Prandelli, nessun giocatore viola si è mostrato “socialmente” vicino al tecnico viola che ha fatto un passo indietro. Si tratta del segnale che nello spogliatoio le cose non andavano?
“Si. I social sono ormai un’estensione di chi li utilizza e anche in questo caso possono fornire una indicazione valida di quel che è accaduto. Solamente Dusan Vlahovic ha ringraziato e salutato Prandelli, almeno pubblicamente via social. L’attaccante deve moltissimo all’ex allenatore, che ha puntato su di lui accogliendone errori e gare sotto tono che qualsiasi giovane, seppur di talento, deve mettere in conto. E’ un dato di fatto che nessun altro abbia riservato un saluto via social a Prandelli. Con Iachini, al momento del suo esonero, non fu così”.
2) Come cambia la Fiorentina da Prandelli e Iachini? Come e da chi ripartirà il tecnico marchigiano?
“Penso che i moduli saranno 3-5-2 e 3-4-3. In questo ultimo caso Iachini proverà a rigenerare Kouame in versione laterale offensivo nel tridente insieme a Ribery e Vlahovic come punta centrale. Occhio poi a Callejon, giocatore pare fortemente voluto proprio dall’attuale tecnico la scorsa estate. Infine i nuovi acquisti: credo che sia Malcuit che Kokorin, quando sarà in una forma accettabile, possano prendere parte a questo gruppo. I tasselli poi saranno gli stessi: Quarta in difesa, Amrabat a centrocampo, Biraghi sulla sinistra”.
3) Si va verso l’abolizione del Fair Play Finanziario, cambieranno anche i piani economici della Fiorentina per il futuro?
“Se una società ha intenzione di investire, di programmare, di alzare l’asticella lo si vede da due componenti fondamentali: il direttore sportivo e l’allenatore. Due figure che devono essere tra loro affiatate, collaborative al massimo, strategiche. Non è un mistero che a Pradè piaccia, e non poco, un tecnico come Juric. Penso che ci riproverà anche in vista della prossima stagione. Un tecnico di temperamento, allievo di Gasperini, per un ciclo che possa riportare la Fiorentina dove merita. Tutto però dipende dalla scelta iniziale: quella del direttore sportivo. Al momento non ci sono indicazioni evidenti di un addio di Pradè. Sarri e Gattuso sono altri profili che piacciono, impossibile negarlo. Però il primo vuole ripartire da un progetto molto serio e ambizioso e la Roma ha iniziato a corteggiarlo seriamente. Il secondo, Gattuso, interessa ma anche in questo caso ci sono già club che lo puntano. Come la Lazio, in caso di addio di Inzaghi”.
4) A fine anno ci saranno ribaltoni anche in società oltre che sul campo?
“Credo proprio di si. Ci deve essere un confronto sano ma deciso. I primi due anni della gestione Commisso, in parte stravolti dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria, hanno messo in evidenza tutte le difficoltà con le quali ha dovuto fare i conti la nuova proprietà. Una volta ottenuta la salvezza matematica, sul campo, Commisso dovrà pensare a come ripartire seriamente. Con un progetto graduale, ambizioso, che coinvolga ogni settore dell’ambiente. Soltanto in questo modo, e senza cercare sempre un capro espiatorio chissà dove, la Fiorentina potrà voltare pagina e iniziare davvero un nuovo ciclo che ci auguriamo il più vincente e soddisfacente possibile. Firenze ha voglia di tornare ad appassionarsi, a divertirsi. Ne ha una voglia matta”.
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