Robin Gosens alla fine è riuscito a coronare due sogni. Il primo era quello di tornare in Italia, il secondo di giocare per una squadra che fa le Coppe Europee. Perché il tedesco, in gol con la Fiorentina all’esordio per il decisivo 2-2, era andato all’Union Berlino proprio per continuare la sua esperienza in Champions League dopo Atalanta e Inter. La sua stagione non è andata male – 37 presenze e 7 reti – ma quella del club teutonico sì, tanto da salvarsi per il rotto della cuffia all’ultima giornata. In estate ci sono state cinque squadre italiane che lo hanno provato a prendere.
Bologna – Sartori lo ha sempre tenuto sott’occhio e aveva praticamente chiuso l’accordo per lui, più o meno sulla stessa base su cui si è concluso con la Fiorentina, intorno ai 9 milioni. Poi l’occasione Juan Miranda ha avuto la meglio, a parametro zero, giovane, dalla Spagna. Più Iling Jr in prestito, ma la trattativa è saltata con lo spagnolo.
Lazio – Il club di Lotito ha chiesto informazioni, salvo poi puntare su Nuno Tavares, arrivato in prestito con obbligo di riscatto a 4,5 milioni. Operazione meno costosa – anche se c’è la rivendita al 35% – e per un profilo più giovane.
Torino – Qui la trattativa è andata per le lunghe, ma l’intenzione di giocare le coppe europee da parte di Gosens c’era. E poi covava anche una speranza per andare in un altro club. Anzi, per fare ritorno all’Atalanta. Per questo ha tergiversato finché ha potuto, finché i granata non sono andati su Borna Sosa.
E l’Atalanta? C’era stata una telefonata tra Gosens e Gasperini con mutuo rispetto, ma prima sarebbe dovuto andare via Bakker. Lo ha fatto all’ultima curva del mercato e i nerazzurri hanno deciso di puntare su Palestra, classe 2005 che oramai è aggregato fisso alla prima squadra. Giusto o sbagliato? Lo si vedrà fra qualche mese. Lo scrive TMW.
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