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Scugnizzo Viola: “Cent’anni di storia, zero parole: Firenze pretende rispetto!”

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Scugnizzo Viola: “Cent’anni di storia, zero parole: Firenze pretende rispetto!”

Francesco Pistola

6 Ottobre · 11:58

Aggiornamento: 6 Ottobre 2025 · 11:58

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Anno del centenario o del crollo? La Viola si spegne nel silenzio dei suoi padroni. Commisso, Firenze non ti crede più

Il pensiero post gara dell’irriverente Scugnizzo Viola

Fiorentina Roma: MISTERO VIOLA

Nel peggior avvio dell’era dei tre punti, la proprietà tace, il DG sparisce e il DS rischia di pagare per tutti. Firenze merita rispetto, non misteri.

Ieri sera al “Franchi” è andata in scena l’ennesima sconfitta casalinga, un 1-2 che fa male e che pesa come un macigno. Ma più del risultato, a Firenze oggi si parla di un’altra cosa: la contestazione a Daniele Pradè.

Ora, voglio essere chiaro. Io sono sempre stato apertamente schierato con la Curva, ma questa volta serve lucidità. Perché se fino a un mese fa la maggior parte dei tifosi e degli addetti ai lavori aveva dato tra il 6.5 e il 7.5 al mercato viola, che senso ha cacciare Pradè il 6 ottobre?
Se il mercato era buono — come molti dicevano — allora il problema non può essere il direttore sportivo. È l’allenatore che deve dare un senso a quel mercato “da 7.5”.

Certo, non dimentico che lo scorso anno Pradè era il primo a vessare Raffaele Palladino: bastava una sconfitta e via con le critiche velate. Non è un mistero che Palladino, esasperato da quei continui dissidi, abbia poi rassegnato le dimissioni.
Quest’anno, invece, silenzio totale. Nessuna parola fuori posto, nessuna critica pubblica a Pioli, solo comunicati pacati con scritto “si va tutti insieme avanti”. Due pesi e due misure.

Ma permettetemi un’altra domanda: chi è che ha scelto Daniele Pradè? Commisso.
E chi, dopo la tragica scomparsa di Joe Barone, ha deciso di affidare il ruolo di direttore generale a un ex capo della comunicazione come Alessandro Ferrari? Sempre Commisso.
E scusatemi, ma da quando Ferrari fa il DG, la comunicazione è peggiorata: silenzi, confusione e nessuno che ci metta la faccia.

Dopo l’ennesima sconfitta, la proprietà ha deciso di non mandare nessuno a parlare, lasciando solo Pioli per sei minuti davanti ai microfoni — sei minuti di nulla, finiti con tre domande e una fuga. Inaccettabile.
La proprietà è assente. Latita.
E sì, siamo a conoscenza dei problemi di salute del presidente, ma ciò non giustifica il silenzio di chi lo rappresenta. Ferrari e Pradè dovevano parlare, dovevano darci conto, non nascondersi dietro i comunicati.

Intanto, i numeri parlano chiaro: peggior avvio di campionato dell’era dei tre punti, tre sconfitte consecutive casalinghe all’inizio mai erano arrivate. E mentre Firenze brucia, da New York o dal Viola Park non si sente una parola.

Ora, diciamocelo: cacciare Pradè oggi è inutile, come sarebbe inutile esonerare Pioli. A questo punto bisogna arrivare a dicembre e tirare le somme, sperando che la situazione non degeneri.

Dal campo: qualcosa si muove, ma non basta

Ieri, paradossalmente, si è vista anche una buona Fiorentina. Sfortunata, certo, ma ancora troppo confusa. Il palo di Kean e la traversa di Piccoli gridano vendetta, ma resta l’impressione che Pioli continui a sbagliare nei momenti decisivi.
Gosens era esausto da venti minuti, eppure è rimasto in campo fino alla fine.
E quando Gasperini ha messo dentro Pellegrini e Dybala per congelare la partita, perché Pioli ha insistito con la difesa a tre invece di cambiare assetto? Mistero.

La parola chiave è una sola: MISTERO

  • MISTERO che Commisso non dica una parola.

  • MISTERO che il mercato di Pradè, votato 7.5, non funzioni.

  • MISTERO che Alessandro Ferrari, da DG, non si faccia sentire.

  • MISTERO che Pioli non venga mai toccato da una critica, mentre Palladino veniva martellato ogni settimana.

Ecco, noi tifosi vogliamo uscire da questi misteri.
Vogliamo risposte, vogliamo rispetto, soprattutto in questo anno del centenario dove ci aspettavamo ambizione, serietà, e orgoglio.

Commisso ci aveva fatto mille promesse, tutte disattese. Ora gliene chiediamo solo una, l’ultima:
mantenga la parola e vada via.

Firenze, la Fiorentina e noi tifosi non meritiamo di essere presi in giro.
Siamo stanchi delle parole, vogliamo fatti.
Vedere giocatori come Mandragora e Pablo Marì, che dovevano essere ceduti, ancora titolari fissi, mentre i nuovi acquisti da 92 milioni scaldano la panchina, è un insulto all’intelligenza di chi ama questi colori.

State gestendo una società gloriosa come una salumeria.
Avete disonorato una storia, una città, una fede.

ANDATE VIA

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