Secondo quell’intesa infatti, i viola avrebbero dovuto recuperare la partita con l’Udinese domenica, alle 20,45. «Non ci sta bene», ha tuonato Joe Barone. Il motivo? Lo ha spiegato lo stesso dg. «Con questa decisione dovremmo essere lì per tre giorni. Dovremo arrivare sabato, giocare la partita domenica sera, e tornare soltanto lunedì perché a Firenze a quell’ora l’aeroporto è chiuso». Uno scenario inaccettabile per chi, nel weekend scorso, è stato costretto dal teatrino della Lega a viaggiare verso Udine salvo poi, a poche ore dal fischio d’inizio, scoprire che il match non si sarebbe giocato.
C’è, poi, un aspetto «emotivo». Per il gruppo di Beppe Iachini infatti, quella di Udine, non è e non potrà più essere una trasferta «normale» e, quindi, meno ci si ferma (per Pezzella e compagni) e meglio
è. Per questo, la società di Rocco Commisso, si è opposta alla
bozza di calendario proposta, e ha fissato i suoi paletti. Questi:
per la Fiorentina non è una questione di data, ed è pronta a giocare sia domenica (ipotesi più probabile) che lunedì, ma non oltre le 18-18,30. Sensazioni? Abbastanza positive. Il club viola infatti, pensa che la propria richiesta possa essere soddisfatta. I contatti, in questo senso, sono proseguiti per tutta la giornata di ieri. La risposta definitiva arriverà oggi.
Nessuna obiezione invece sullo slittamento in avanti del calendario e, quindi, al disputare (domenica 15 marzo, alle 15, al Fran-
chi) la sfida col Brescia inizialmente fissata per domenica 8 alle 12,30. Non resta che aspettare. Alle 10 ci sarà il Consiglio di Lega: se l’accordo sarà ratificato,inuovi calendari potrebbero essere subito comunicati. Sempre che il governo non decida per lo stop a tutte le manifestazioni sportive.
Corriere fiorentino