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Flachi: “Per entrare in Fiesole usavo il nome di mio padre. Batistuta mi svegliava alle 7 per l’allenamento”

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Flachi: “Per entrare in Fiesole usavo il nome di mio padre. Batistuta mi svegliava alle 7 per l’allenamento”

Redazione

17 Maggio · 22:44

Aggiornamento: 17 Maggio 2020 · 22:44

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“La quarantena all’inizio è stata dura poi le speranze di tornare alla vita normale erano tante. Mia figlia ha 18 anni, per loro non è stata facile – ha detto Francesco Flachi nella diretta Instagram sulla pagina Passione Fiorentina – Io sono contrario alla ripresa del campionato, non è calcio senza tifo, anche a livello fisico giochi ogni tre giorni, già parti in difficoltà, se qui parti male ed hai un approccio sbagliato a livello mentale non è semplice. Quando si giocano tutte queste gare delle volte perdi anche la cognizione del tempo, figuriamoci loro senza tifo, a livello mentale è pesante. Secondo me puoi anche intaccare delle situazioni di classifica, si può alterale. Il calcio senza tifosi è bruttissimo, giocare domenica e mercoledì devi avere una rosa, la Viola è stata anche debilitata dal virus, devi essere bravo in tutto”.

“Cecchi Gori? Ero giovane e superficiale a quel tempo. Vittorio è stato un fratello per noi da quando ha preso la Fiorentina non ci ha mai fato mancare niente, mi dispiace per i problemi che ha avuto e per il fallimento della Fiorentina. Rivedo in Commisso la passione di Vittorio, questo credo sia un traguardo per tutti i tifosi della Fiorentina. Vittorio ha messo passione e soldi, ha portato tanti campioni. Alla nostra Fiorentina è mancata una società stabile che avesse dei dirigenti che avessero vinto nel calcio”.

“Io ho avuto tutto e subito, forse a causa di tante situazioni non ho saputo gestire ciò. Sono cresciuto con dei valori e delle amicizie sono cresciuto alla periferia di Firenze. Delle volte uno ci deve mettere del tempo per maturare ma non rinnego niente. Tuttora mi salutano i miei amici, sarebbe stato brutto non farlo più perchè giocavo in Serie A. I tifosi erano molto coinvolti, io venivo dalla Curva quindi conoscevo tutti, quando dovevo essere contestato lo sono stato anch’io. Con i tifosi la situazione si è raffreddata, ma in realtà chi rimane sono sempre loro”.

“Il calcio perchè è cambiato? Negli stadi rispetto a prima c’è meno gente. A me piaceva quello ai nostri tempi, Batistuta passava lì e faceva foto con i tifosi. Ora il tifoso soffre un po’ la distanza con i calciatori. Il calcio per me rispetto ai miei tempi non cambia mai… il cambio di gioco è normale che ha dato il “la”. La differenza non è nel possesso, ma i tempi in cui fai il movimento, c’erano molte verticalizzazioni e gli attaccanti che sotto porta non perdonavano… avevano i tempi giusti per il movimento ora ci sono degli attaccanti che fanno fatica. Vedo tante azioni da gol ma pochi gol, gli attaccanti segnano alla quinta/sesta occasione… prima dovevi buttarla dentro subito.

“Belotti? A me piace. Io per la Fiorentina lo prenderei, si sacrifica, è bravo di testa e con i piedi, fa giocare bene chi ha intorno. È sempre arrivato in doppia cifra, qui a Firenze si sta facendo fatica serve un attaccante che fa 15/20 reti. La Fiorentina in questi ultimi anni è debole, quindi subentra la paura. In questi anni i Viola sono sempre stati un po’ in difficoltà ora l’approccio con Iachini è cambiato, il primo tempo lo regalava sempre”.

“Innanzitutto bisogna sapere le ambizioni di Commisso, è un presidente che non butta i soldi, ha comprato il terreno per il centro sportivo, calciatori, ha investito nella Fiorentina. Bisogna vedere le ambizioni del prossimo anno… ha dei giocatori che può vendere per fare una squadra forte. Non sta a me giudicare, Iachini sta svolgendo un buon lavoro, ha cambiato mentalità a livello di gioco c’è un po’ di fatica, ma non è facile arrivare alla mente dei calciatori. Se Commisso vuole arrivare in Champions deve fare altre scelte, di questo non ne sono convinto, per arrivare a degli obiettivi devono esserci dei progetti. Ha la passione per far arrivare in alto la Fiorentina”.

“Se terrei Chiesa? Dipende da lui, se vuole andar via, deve andare, è un calciatore importante, ha avuto richieste, dipende dalle sue ambizioni. Fa il bene suo e della Fiorentina sia se va via che se resta. Se rimane deve rimanere con voglia, se vuole andare che lo dica per il rispetto di tutti, tifosi compresi”.

“Penso che negli ultimi 10 anni, ci sono stati dei calciatori come Gonzalo, Borja Valero… io Giuseppe Rossi non l’avrei venduto, era un ragazzo eccezionale così tanto forte quanto sfortunato, mi dispiace perchè poteva essere un giocatore che poteva rimanere dei cuori dei tifosi viola. È passato Mutu… a quei tempi era un calciatore importante. Nel 2005 ci son stati giocatori che hanno trasmesso passione, ora invece non sai quanto rimangono… quindi una maglia da 100€ non sai nemmeno che nome mettere, ora c’è tra tre mesi non più… prima restavano 3/4 anni. Penso che dal 2005 in poi il coinvolgimento è diverso, ora ci sono anche tanti stranieri, è un mercato difficile, cerchi di prendere un calciatore a poco per rivenderlo di più… ne pecca la passione”.

“La gente ha paura anche delle belle dichiarazioni fatte da Castrovilli. Lui è uscito quest’anno fa piacere, io mi auguro che Gaetano resti, se rimane può davvero diventare come Antognoni però bisogna vedere. Le società hanno bisogno anche di andare avanti vendendo i giocatori, Castrovilli deve dichiarare amore ai viola quando varrà 70-80 milioni. Mi piace comunque, non ha la testa fra le nuvole. Spero davvero che resti, quando gioca è l’unico che mi trasmette qualcosa. Per me Ribery è stato un campione perchè si è messo a disposizione della squadra, lui può solo insegnare a questi giovani. Devono imparare però a prendere quello che dice Franck. Io avevo Rui Costa, Baiano, io da loro ho imparato. Se uno vuole migliorare accanto a lui è facile farlo”.

“Quando la Fiorentina è tornata in Serie A, saresti tornato? Sinceramente dico no, ho rifiutato 12 milioni al Monaco, alla Samp stavo bene avevo tutto, miglioravo anno dopo anno. Il richiamo della Fiorentina è sempre qualcosa che ti lusinga. Ho iniziato nelle trafile della Fiorentina, tifo questa squadra, ero in curva. Le mie possibilità di giocare in viola erano davvero poche. L’anno tornato da Ancona, speravo di avere qualche spazio in più invece l’anno dopo dovevo tornare a Perugia in prestito, era un’agonia restare e non poter aiutare la mia squadra del cuore”.

“Che cosa hai pensato quando hai visto Masiello titolare come capitano dell’Atalanta e te, squalificato? Io ho sbagliato, la responsabilità è mia, Masiello non c’entra nulla. Io non sputo sul piatto dove ho mangiato, è normale che dopo anni spero in una riduzione. Ormai è finito… arriverò a prendere il patentino con questa gavetta… Mi dispiace essere stato un estraneo, mio figlio voleva entrare e non potevo portarlo. Non mi paragono comunque a nessuno, ho sbagliato io e la colpa è mia. Guardo avanti”.

“Io ho iniziato ad allenare a Bagno a Ripoli, con i dilettanti, ho preso una terza categoria siamo passati in seconda e vinto una coppa. Quando alleno sono un “rompicoglioni”, carico, motivo i ragazzi. Ho cercato sempre di motivare i calciatori, di avere uno scontro, io dovevo reagire”.

“Qual è il giocatore che non ha fatto la carriera che io avrei pensato? Per me Edmundo poteva vincere tantissimo, son convinto che poteva starci dieci anni in Italia, mi brillavano gli occhi in allenamento solo a vederlo, era devastante a livello tecnico. Io sono cresciuto ed ho imparato a livello di settore giovanile con Luciano Chiarugi, mi ha imparato ogni trucco, è stato importante. Luciano era semplice nel modo ma talmente imprevedibile… sono cambiato a livello di gioco grazie a lui. Ciccio Baiano è stato un maestro, si smarcava dall’uomo e non faceva capire nulla ai difensori. Batistuta era un jolly, mi piaceva stare con lui, delle volte mi faceva svegliare alle 7 del mattino per andarci ad allenare… penso sia stato un esempio imparagonabile per quello che ha fatto. È arrivato come il brutto anatroccolo ed è andato via come un principe, nei nove anni a Firenze è migliorato come nessuno ha mai fatto. I più anziani ti sgridavano, questo ti permetteva di crescere. Sono sicuro che ora queste cose non ci sono, si passa poco tempo insieme nello spogliatoio, quella è la tua casa… dovresti vederlo così”.

“Se c’è un Flachi nel calcio di adesso? Speriamo di no… meno problemi (ride, ndr)! Ancora non li ho visti fare 6 gol di rovesciata. Insigne forse mi somiglia, mi piace, anche se ha più qualità ma è meno esplosivo, non vedo altri italiani come lui, ai nostri tempi ce n’erano tanti…”

“Se mio figlio è bravo? La sera non esce (ride, ndr) comunque non sta a me dirlo, anche mio padre era forte, è una cosa che fa enormemente piacere. Sarei contentissimo da persona che ha vissuto il calcio, mio figlio è bravo, è stato richiesto dalla Fiorentina. Sarei in curva il suo primo tifoso, quando vado a Genova vado in gradinata ma mi sento un po’ spaesato, ora aspetto l’invito dai ragazzi della curva per andare, ora posso entrare! Prima entravo a nome di mio padre per vedere una gara. Se dovesse succedere, sarei contento!”

“È che a Firenze mi conoscevano tutti, calcisticamente potevo avere un altro tipo di commenti… questo mi dispiace perchè a Genova ho fatto cose importanti, poi nonostante il mio piccolo gruppo di amici la città mi conosceva poco. Poi grazie a David Guetta ho raccontato di me, la gente ha imparato a conoscermi come persona, ricevevo qualche complimento… poi la visibilità ha fatto il suo, fa piacere ricevere apprezzamenti anche se mi dispiace solo per quello che dico in tv e non per quello che ho fatto in campo… riceverlo da un tifoso della Fiorentina, uno striscione o un complimento mi fa sbrodolare perchè sono uno di loro e mi dispiace non aver saputo donargli quello che ho dato ad altri. Li ringrazio tutti e sempre forza Viola!”

 

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