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Serve portare la nave in acque sicure, poi via alla rivoluzione. Adesso tutti sotto esame
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Serve portare la nave in acque sicure, poi via alla rivoluzione. Adesso tutti sotto esame

Marzio De Vita

1 Dicembre · 16:36

Aggiornamento: 1 Dicembre 2020 · 17:22

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Le parole di Cesare Prandelli nel post gara di Milan-Fiorentina se analizzate con attenzione, forniscono elementi di riflessione, molto im-portanti, sia sulle difficoltà riscontrate dai singoli che dalla squadra in senso generale.
Occorrono riflessioni molto profonde da fare anche in seno alla società, perché a prescindere da ogni questione è evidente che degli errori siano stati commessi e che conseguentemente occorra analizzare in modo approfondito una situazione che differentemente potrebbe scappare di mano.

IL PROBLEMA DELL’ATTACCO:
Cesare Prandelli ha toccato nel post gara delle corde molto chiare, ovvero di come non possa esser pensabile far ricadere esclusivamente su di un ragazzo di 20 anni il peso esclusivo dell’attacco della squadra. Sia chiaro Vlahovic ha delle evidenti responsabilità, legate però principalmente al suo atteggiamento. Hai 20 anni e neanche 10 reti in serie A e per cui certi atteggiamenti da vip non ti sono concessi.

Detto questo é altresì evidente come egli debba esser aiutato dai cosiddetti senatori, da uomini del calibro di Bonaventura, Ribery, Callejon e compagnia cantante. Sono loro a nostro giudizio che stanno mancando in modo clamoroso. La Fiorentina non ha uomini che si inseriscono, che vanno ad occupare l’area di rigore a togliere conseguentemente la pressione sulle giovani punte presenti in rosa. Difficile pretendere le reti da parte di questi ragazzi in queste condizioni.

LA SPERANZA:
Come suddetto, la Fiorentina è stata tradita proprio da quei giocatori che hanno il maggior bagaglio di esperienza, partendo da capitan Pezzella fino ad arrivare e Ribéry, Callejon, Jack Bonaventura e Caceres.

Questo evidenzia un dato piuttosto evidente e preoccupante ovvero la mancanza di leadership all’interno della rosa. Come più volte specificato nell’era Iachini, neanche l’allenatore era in grado di sopperire a questa grave mancanza, ma adesso in conseguenza alla successione tecnica ed all’avvento di Prandelli sulla panchina, io contesto è profondamente mutato.

Cesare é un allenatore con un bagaglio di conoscenze tecniche ed esperienze tali da fare pensare che proprio lui dovrà coprire questo vuoto e candidarsi quindi come guida di un gruppo che negli anni ha palesato importanti carenze in termini di personali e leadership. Servirà il tempo ma siamo convinti che Cesare sia l’unico uomo presente in Fiorentina che potrà farsi carico di simile fardello e condurre in porto l’ennesima stagione nata sotto una cattiva stella.

IL FUTURO:
Adesso poche chiacchere, ma soprattutto poche polemiche, serve stare vicini alla squadrato, al tecnico ed alla società per portare la barca in acque sicure, ma al termine di questa stagione servirà una vera e propria rivoluzione. Senza se e senza ma.

Questo gruppo di calciatori che nasce nella sua sostanza circa 5 anni fa ha avuto tutto il tempo ed il modo di essere analizzato in modo profondo e quello che ha dimostrato é sotto gli occhi di tutti.
Servirà una vera e propria rivoluzione, servirà fare quello che fu fatto nella stagione 2005/2006 dove escluso il solo Dainelli fu cambiata l’intera rosa. Deve nascere in progetto tecnico completamente nuovo, perché se ripulisci dalla muffa un frutto, lasciando ancora un po’di muffa, questa sicuramente tornerà a crescere.

Servirà in cambio importante anche all’interno della società, dovrà esser cacciato Pradè, sebbene sia in grande dirigente calcistico ed abbia responsabilità parziali su questo disatro. Ovviare da a Barone in ruolo soltanto extra calcistico, perché il calcio è un altra cosa. Occorre purtroppo (e lo diciamo con la morte nel cuore) valutare anche la posizione di Giancarlo Antognoni. Occorre infine che Commisso comprenda come il mondo del calcio sia una mondo particolare che lui ancora non conosce e dovrà assegnare le chiavi della società a professionisti da lui scelti, ma che poi si sappia fare da parte e che lasci loro carta bianca.

Questo per il futuro, ma intanto testa e cuore perché qua c’è da salvare una stagione che se non fosse ancora chiaro potrebbe riservare delusioni ed amarezze che non vogliamo neanche menzionare.

Marzio De Vita

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