«Noi siamo quelli che le risorse da investire se le costruiscono da soli per competere contro gente con un miliardo di debiti». Giampiero Gasperini, alla viglia della sfida della sua Atalanta al Napoli lancia il sasso nello stagno. E i cerchi concentrici generati scoprono malumori appena sotto il pelo dell’acqua. Malumori che si riflettono sul governo del calcio, dove le società vistuose devono fare i conti – anche sportivi – con chi ha potuto sfruttare lo ’spalmadebiti’ oppure utilizzare rateizzazioni che altre, come la Fiorentina, non hanno utilizzato; presentandosi con bilanci virtuosi. Ma che per uno strano caso di calcoli algebrici hanno un indice di liquidità inferiore rispetto a chi invece ha rateizzato, sfruttando tempi lunghi per ammortizzare i costi.
Tutto lecito, per carità, ma evidentemente il prossimo 13 marzo l’assemblea della Lega di Serie A sarà più infuocata (e decisiva) che mai. Le tensioni dei giorni scorsi tra il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini e l’amministratore delegato Luigi De Siervo paiono essersi affievolite. Ma il condizionale è d’obbligo. Sono troppi i temi sul tavolo che potrebbero accendere la miccia, con le società. Sullo sfondo restano sempre non solo le questioni legate ai diritti tv, ma anche gli interrogativi legati alle offerte dei fondi e delle banche internazionali che puntano ad entrare nel capitale della Lega. La linea della Fiorentina è sempre stata chiara e anche questa volta non si scosterà: trasparenza. Lo ha ribadito più volte il presidente Commisso che chiede e vuole un governo del calcio solido e lungimirante, fuori dalle logiche attuali. Lo scrive La Nazione.
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