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Santopadre, coach Berrettini: “Matteo orgoglio italiano. Fiorentina? Non si perde gli highlights”
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Santopadre, coach Berrettini: “Matteo orgoglio italiano. Fiorentina? Non si perde gli highlights”

Marco Collini

23 Luglio · 10:31

Aggiornamento: 23 Luglio 2021 · 10:31

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Parlando dell’uomo del momento nel tennis italiano, ovvero Matteo Berrettini, Labaroviola ha contattato in esclusiva Vincenzo Santopadre, coach dell’atleta romano.

Buongiorno Vincenzo, intanto ti porto i complimenti ed i ringraziamenti da Firenze per le gioie che ci state facendo vivere..

“È un onore essere riconosciuti dalla gente per il lavoro che facciamo, il tutto serve anche da motore per lo sviluppo del tennis in Italia. D’altronde Matteo ha raggiunto questi risultati solo con la tenacia, oggi è soprattutto un grande atleta che non lascia nulla al caso. Migliora ogni partita, ormai è il coach si se stesso”.

Sei allenatore di Matteo da quanto tempo?

“Sono undici anni, avevo visto Matteo ad un torneo a Milano. All’epoca gli mancava qualcosa per imporsi, il fratello Jacopo (tre anni più giovane..ndr.) era più formato di lui. Piano piano sono diventato il suo coach quasi a tempo pieno, per fortuna grazie alla tenacia di Matteo siamo arrivati fino a questa finale a Wimbledon ed al numero 8 della classifica Atp”.

Quando hai capito che il maggiore dei Berrettini avrebbe fatto il salto?

“Dai 17 anni, quando abbiamo fatto la scelta di rallentare gli studi e sottoporlo ad allenamenti anche al mattino. L’exploit a Wimbledon non mi ha sorpreso, ero convinto potesse raggiungere la finale. Dopo la vittoria al Queen’s ed i quarti di finale allo Us Open ed al Roland Garros, possiamo dire di avere un tennista italiano forte su tutte le superfici”.

Sei romanista e Matteo tifoso viola, come riuscite a coniugare la passione con gli impegni lavorativi?

“Durante la stagione è un’impresa ardua, solitamente vediamo di non farci sfuggire almeno gli highlights del post-partita. Sono più io quello legato al tifo, Matteo è più che altro un assiduo appassionato di basket, conosce a memoria tutti i roster dell’Nba”. Il vero tifoso di famiglia è Jacopo, insieme al padre Luca sono da sempre tifosi della Fiorentina”.

Hai anche un passato da baby calciatore, giusto?

“Sono romano come Matteo, iniziai a giocare quando aveva otto anni alternando appunto il tennis col calcio, ero ala sinistra, un mancino puro e non ero neanche male. Mi allenavo al Sant’Agnese Tennis Club, circolo frequentato dai genitori e dalle mie due sorelle maggiori. Poi i primi corsi, i cinque allenamenti alla settimana al Parioli mi fecero fare la scelta di lasciare il pallone per lo sport nel quale mi dilettavo meglio..(ride ndr.), i primi tornei e i titoli italiani junior individuali e a squadre, infine l’esordio tra i professionisti: ho raggiunto la centesima posizione (non una di più né una di meno) come best ranking mondiale. Sono felice del mio percorso”.

Appuntamento allo stadio per un bel Fiorentina-Roma?

“Magari capitasse, sarebbe l’occasione per abbassare la tensione lavorativa e ritrovarci a tifare, seppur su sponde opposte”

Marco Collini

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