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Reginaldo: “Kean resti a Firenze, altrove può non giocare. Ai miei tempi la A era piena di fenomeni”

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Reginaldo: “Kean resti a Firenze, altrove può non giocare. Ai miei tempi la A era piena di fenomeni”

Redazione

30 Giugno · 22:59

Aggiornamento: 30 Giugno 2025 · 22:59

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L'ex attaccante della Fiorentina, Reginaldo, ha parlato a Radio Bruno della situazione Kean e del possibile tandem con Edin Dzeko

L’ex attaccante brasiliano Reginaldo, con un passato anche alla Fiorentina, è intervenuto ai microfoni del Pentasport di Radio Bruno, soffermandosi su diversi temi legati all’attualità viola, dal futuro di Kean all’arrivo di Dzeko, fino al livello attuale della Serie A.

Su Moise Kean:

“Penso che per Kean sia un piacere l’interesse di così tante squadre, perché è un giocatore giovane ma è da un po’ che gira, e non ha mai trovato continuità come a Firenze. Da calciatore però io penserei che, se la Fiorentina mi volesse tenere io rimarrei. Dopo tutto quello che ha fatto l’anno scorso, anche se arrivano altri giocatori forti quanto lui o anche più forti sarà comunque lui a partire in vantaggio per un posto da titolare. Sicuramente mi fermerei un altro anno, perché se fa bene a Firenze anche l’anno prossimo sicuramente varrà di più. Ogni campionato è diverso, non è detto che altrove faccia così bene: io me la giocherei in casa sapendo a cosa vado incontro, mentre da altre parti c’è una concorrenza da battere e sono i nuovi arrivati che devono lottare per prenderti il posto”.

Su Dzeko e il possibile tandem offensivo:

“Dzeko è un professionista esemplare, nel calcio di oggi si sa che se uno si allena può giocare anche alle sue età. Se ha scelto Firenze, io credo che lui voglia giocare: poi se sarà in coppia con Kean o come suo vice, sarà da capire, ma io credo che sarà una figura importante anche se fa dieci presenze in meno. Ma comunque possono giocare insieme in un 3-5-2, hanno caratteristiche che si completano a vicenda. Con due attaccanti così, puoi anche permetterti di mettere Gudmundsson come trequartista, un giocatore di qualità assoluta”.

Sull’evoluzione della Serie A:

“Quando c’ero io in Serie A era piena di fenomeni, che facevano la differenza: non si è persa la qualità, ma è diventato un calcio più fisico, secondo me è agevolato chi è più forte fisicamente”.

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