Nel calcolo dei danni su cui ragionano i presidenti un fattore consistente è costituito dagli ingaggi: l’operazione che vede impegnate le società (con l’aiuto di Deloitte, azienda di servizi di consulenza e revisione) è quella della stima dei mancati incassi. Allo stesso tempo continuano le uscite, o almeno dovrebbero: una delle idee riguarda la sospensione degli stipendi dei calciatori, che sul bilancio sono ovviamente una delle voci più incisive. Ognuno con i suoi numeri partecipa a un monte stipendi complessivo della A da 1,3 miliardi. Per questo anche ai calciatori verrà chiesto di contribuire alla causa: l’idea fa parte di quel pacchetto di proposte di cui club e Figc già discutono. E’ quanto hanno detto ieri il presidente e l’a.d. della Lega, Dal Pino e De Siervo, al numero uno dell’Aic Tommasi. Un piano non perfettamente delineato perché, anche in questo caso, saranno gli eventi legati all’emergenza sanitaria a dettare meglio le condizioni: dipenderà da quando, e se, si riprenderà a giocare. Oggi sul tavolo ci sono due ipotesi. Una sospensione degli sti pendi per il periodo di tempo non lavorato, che già permetterebbe ai club di tirare il fiato: lo stipendio di marzo da pagare entro i primi dieci giorni di aprile potrebbe essere in gran parte trattenuto. Oppure richiedere ai giocatori uno sconto proporzionale. Esempio: per chi guadagna fino a 100mila euro ci sarebbe un taglio differente da chi ne guadagna fino a 500mila, e differente ancora da chi riceve più di un milione all’anno e così via, fino ad arrivare a una decurtazione percentuale del 30% sugli ingaggi più onerosi. Per quelli, al contrario, sotto i 50mila euro potrebbe intervenire la cassa integrazione o l’estensione di contratti di solidarietà. Se il governo non riconoscesse subito uno strumento legislativo valido, come succede in Francia, a intervenire sarebbero Lega e Figc. Servirebbe una linea comune, anche se non sono da escludere eventuali trattative singole tra club e rispettivi tesserati. L’Aic, soggetto politico, potrà dettare una linea ai suoi iscritti ma non imporre decisioni. I giocatori saranno tutti d’accordo? Non dimostrarsi disponibili in questa fase è difficile ma sulle modalità d’intervento potrebbero nascere delle incomprensioni. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.