Non era la serata giusta per perdere. E nemmeno per pareggiare. Invece non è andata così per la Fiorentina, la diff erenza col Milan ha pesato e si è visto. La spingeva uno stadio che aveva trasformato questa tremenda ondata di tristezza in energia esplosiva. La Fiesole, la Maratona, la tribuna, chiuse in un quel minuto di assordante silenzio, aspettavano che anche la squadra, nel ricordo di Barone, avvertisse il bisogno di una vittoria, di un segno tangibile, di una svolta nel dolore. In curva un lungo striscione steso su tre fi le, da cima a fondo, diceva: “Per abbracciare chi questo giglio ha amato/ Come una rondine vola alto il nostro pensiero/Mai dimenticheremo chi troppo presto ci ha lasciato”. Sullo schermo, le immagini del direttore generale, lo stadio tutto in piedi, commosso e ancora incredulo fi no alla scritta finale: “Ciao Joe”.
Non era la serata giusta per perdere e nemmeno per pareggiare. Ma la Fiorentina è sembrata subito frastornata, malmessa nelle gambe, il Milan invece non si è fatto commuovere dall’atmosfera che lo circondava. E attaccava con tutti i suoi uomini, sfondando ora a destra con Chukwueze (Biraghi, il suo avversario diretto, è stato ammonito dopo meno di un quarto d’ora), ora a sinistra con Leao che, inevitabilmente, metteva in crisi un giocatore, Dodo, di 22 centimetri e 6 chili in meno. Alla fi ne del primo tempo, sei occasioni nitide per la squadra di Pioli, due per quella di Italiano che si è salvato spesso con le prodezze di Terracciano e una volta con Belotti, quando ha cacciato via la palla sulla linea di porta. Già prima della vittoria, Pioli era stato confermato da Scaroni: «A me piacciono gli allenatori che vincono». Anche veggente…
Decisivo là dietro, l’ex centravanti della Roma non lo è stato altrettanto in avanti: Ikoné e poi Bennacer (costruzione da dietro sbagliata) lo hanno messo di fronte a Maignan, ma alle due conclusioni del Gallo sono mancate tempo e precisione. Quanto a errori in zona-gol, il Milan ha fatto pure peggio. Per esempio Giroud ha avuto due volte la palla buona, due volte di piatto, prima sinistro, poi destro, ai bordi dell’area piccola, ma prima Terracciano poi l’imprecisione hanno cancellato il gol. Troppo leggero il Milan quando entrava, pure con facilità, nell’area viola. La traballante fase difensiva della Fiorentina era graziata dalla superficialità dell’attacco del Milan. Forse la sconfi tta della Juve qualche ora prima, con la possibilità di staccarla ancora un po’ in classifica anche solo con un pareggio, aveva ammorbidito la squadra di Pioli. Di là invece il pensiero alla semifinale della Coppa Italia di mercoledì prossimo aveva indotto Italiano a scelte comprensibili solo in quel senso, come quella di schierare da titolare Dodo dopo 188 giorni dall’infortunio e Kouame dopo 92 giorni dalla sua ultima apparizione. Arthur, Kayode e Gonzalez in panchina.
Il Milan ha cambiato faccia, mettendosi in versione feroce, a inizio ripresa. Due minuti e la Fiorentina ha preso il solito gol in contropiede: in ripartenza erano tre (Leao, Chukwueze e Loftus-Cheek) contro due (Quarta e Milenkovic, scivolato nel momento decisivo), tocco finale dell’inglese e Milan davanti. Immediata la risposta dei viola col pareggio di Duncan che ha sfruttato, pure lui, una buca in mezzo alla difesa rossonera. Uno pensa che dopo aver incassato uno dei tanti gol in contropiede, la Fiorentina cerchi il rimedio, no? No! Altra voragine, Leao è scappato come una furia a campo aperto e a doppia velocità rispetto a Milenkovic, ha puntato Terracciano, l’ha saltato e messo la palla in rete. Un gol alla Leao e un gol che ha inchiodato la difesa viola al suo storico difetto. La Fiorentina ha avuto la forza di non mollare, ha ripreso a spingere con forza e dopo Terracciano è toccato a Maignan salvare con due prodezze prima su Belotti e poi su Mandragora. Anche la difesa del Milan, te la raccomando. Lo scrive il Corriere dello Sport
LE PAROLE DI VINCENZO ITALIANO
5 commenti su “Dodo e Kouamè titolari. Gonzalez, Kayode e Arthur in panchina perchè tra 3 giorni c’è la semifinale”