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Commisso: “In America il Coronavirus peggio dell’11/9. I 12 positivi Acf già rientrati a casa..”
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Commisso: “In America il Coronavirus peggio dell’11/9. I 12 positivi Acf già rientrati a casa..”

Redazione

30 Marzo · 16:17

Aggiornamento: 30 Marzo 2020 · 16:17

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Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, parla a GR Parlamento: “Voglio paragonare questa situazione all’Italia: fino ad oggi in America abbiamo 2000 morti, in Italia oltre 10.000. La situazione è più critica rispetto a New York: io e la mia famiglia siamo a casa da due settimane. In Mediacom abbiamo avuto un solo caso positivo, nella Fiorentina ben dodici. Purtroppo in Italia la situazione è più critica. Noi della Fiorentina abbiamo iniziato le donazioni agli ospedali dal 17 marzo, destinate agli ospedali di Firenze. Siamo a oltre 700mila euro raccolti, ed è la cosa più imponente donatain Toscana. Nemmeno in America, non c’è nessun fondo così grande. Di questo sono contento: ci sono oltre 2000 donatori americani, molti sono italiani. Piccoli o grandi donazioni, ogni passo è determinante. Le apparecchiature raccolte sono già disponibili negli istituti, pronti ecografi, ventilatori e attrezzature per le terapie intensive e sub-intensive. Alla Fiorentina su 12 casi, 5 o 6 sono finiti in ospedale, ma grazie al Signore sono tutti nelle propriebcase”.

Si può ripartire?
“No, non ci si può allenare. Speriamo che succeda presto, ma non è finita. Non corriamo troppo avanti, non sappiamo quando arriveremo a zero nuovi casi. Spero che al Sud, dove non ci sono le attrezzature del Nord, non arrivi. Siamo più positivi ma non del tutto: c’è gente che in Italia non lavora, l’economia andrà distrutta, bisogna difendere le aziende”.

La Juventus ha mostrato un esempio, tagliando gli stipendi. Lei come si comporterà?
“Noi siamo un’azienda, la Juventus ha preso una buona iniziativa. Noi abbiamo una situazione di grande solidità, ma studiamo comunque qualcosa per il futuro, per aiutare il calcio italiano. La cosa buona di questo trauma è che ognuno si è riavvicinato alla comunità, alla squadra, ai compagni. La Fiorentina umanamente si è fatta più forte. C’è una grande possibilità che questo campionato non finisca, io non so. Dobbiamo andare avanti, pensando che c’è probabilità che non si giochi più in questa stagione”.

Com’è la situazione sul nuovo stadio?
“Prima voglio dire a tutti i fiorentini che alle spalle della Fiorentina c’è una grande azienda statunitense che si chiama Mediacom. Il nostro prodotto è essenziale, non credo che affronteremo aspetti negativi: portando Internet e banda larga nelle case degli utenti, è una cosa importante, e credo che andremo bene. La forza della Fiorentina nasce da Mediacom, da me: non credo che le aziende del calcio andranno bene, speriamo che dal Governo aiutino quelle che non riusciranno. Purtroppo sugli stadi siamo in ritardo, penso che però in questi tempi di crisi il Governo potrà aiutare chi vuole investire. Io volevo fare le cose fast, fast, fast ma purtroppo ho incontrato la burocrazia italiana. Io oggi posso farle le cose, i soldi però dobbiamo andare a trovarli. Devo vedermela con le leggi italiane, ma come dice qualcuno: solo le leggi di Dio non possono essere cambiate. Noi della Fiorentina siamo in prima linea per aiutare”.

Chiesa rinnoverà?
“Vediamo (ride, ndr)! Io sto sentendo i dottori. Ho inviato una lettera a tutti dipendenti, ma non posso sentire tutti. Per firmarsi contratti bisogna vedersi, oggi non potremo nemmeno sederci accanto! I tempi sono rimandati a quando potremo incontrarci, e parlare di questi nuovi accordi. Voglio vedere la Fiorentina i cui giocatori sono contenti di starci, come la Juventus, non che cercano altre squadre. Speriamo che sia possibile farlo con tutti i giocatori della Fiorentina”.

La FIFA pensa di estendere il mercato.
“Adesso pensiamo solo alla salute. Aiutiamo la linea medica in Italia, grazie assai ai nostri dottori, agli infermieri e tutti quelli che mettono a rischio la propria vita per questo paese. Spero che anche in Calabria, la mia terra, possa andare tutto bene”.

Ci racconta di quel regalo dei pattini?
“Nel 1958 mio fratello dall’America mi mandò i pattini a rotelle, ero il primo del mio paese”.

Quando ha deciso di comprare la Fiorentina?
“Nel 2016, poi nel ’17 e ’18 ho fatto qualcosa con il Milan. Sono venuti a New York, volevano troppi soldi: poi sono tornati i Della Valle e in due settimane e mezzo abbiamo chiuso l’accordo. Un affare velocissimo: ho preso i miei rischi, e guarda che cos’è successo… Va bene così, ce la facciamo. Ci sono ora altri affari, come la Roma, su cui non si sa cosa avverrà nel prossimo futuro. Nel calcio italiano però non si può andare avanti con stadi vecchi di novant’anni fa. Le macchine di oggi non sono come quelle di allora… Per lo stadio deve essere la stessa cosa. Così come i treni, ora sono velocissimi, non sono quelli del passato”.

C’è un obiettivo per la sua Fiorentina?
“L’ho detto dal primo giorno: quest’anno sarebbe stato di transizione. Ora lasciamo perdere il virus… Speriamo che il 2020/21 sia un anno in cui la Fiorentina può aspirare non solo alla sinistra della classifica, ma anche a posti più alti. Lo Scudetto non posso garantirlo, nessuno può farlo. Io non garantisco niente di ciò che non posso essere sicuro di avere. L’aspirazione è risalire, e magari tornare in Europa già dal prossimo anno”.

Un augurio al calcio italiano.
“Non solo, anche ai cittadini. Mi sento ancora un italiano, ho mio figlio a Firenze. Spero che il brutto sia già passato per tutti, e che le cose migliorino. Per tutti gli italiani”.

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