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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Borja Valero racconta: “Mi chiamò Pradè, una telefonata corta, mi disse che volevano ringiovanire”
Rassegna Stampa

Borja Valero racconta: “Mi chiamò Pradè, una telefonata corta, mi disse che volevano ringiovanire”

Redazione

30 Aprile · 11:25

Aggiornamento: 30 Aprile 2022 · 11:25

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Borja Valero è stato intervistato dal Corriere Fiorentino, queste le parole dell’ex giocatore della Fiorentina, sempre molto amato e ricordato a Firenze

Quanto le mancano le grandi partite?

«Lo stadio pieno e il divertimento di sfidare campioni, mi mancano e mi mancheranno. Tutto il contorno molto meno, anche perché ormai mia moglie Rocìo va molto più veloce di me: significa che era tempo di smettere (ride, ndr). Mi piace il lavoro che faccio, giro gli stadi e commento senza avere pressioni. Io però insisto sulla bellezza del calcio dei dilettanti: sarebbe bellissimo se, come avviene in Inghilterra, i piccoli club potessero sfidare le big. Il mio Lebowski per esempio ha più volte proposto un Lebowski-Inter in Coppa Italia. Sarebbe un arricchimento per tutti, un modo per incentivare i ragazzi a giocare e magari per scoprire talenti».

L’avventura viola non è finita benissimo. Che è successo?

«A maggio mi ha chiamato Pradé, in una telefonata piuttosto corta mi ha detto che era finita. Capisco la voglia di ringiovanire della Fiorentina, ma non me l’aspettavo e mi dispiace. Giocare nella squadra di Italiano mi avrebbe stimolato, lui ha in mente il calcio che piace a me. Ora però l’unica cosa che vorrei davvero è salutare il pubblico del Franchi. Basterebbe che mi chiamassero anche il giorno prima di una partita per invitarmi: prendere l’applauso della mia gente sarebbe come chiudere il cerchio».

Quali sono i suoi ricordi più belli da calciatore?

«Potrei raccontare miliardi di aneddoti, il boato del Franchi per il 4-2 alla Juve è in assoluto quello che ricordo meglio. Eppoi c’è il derby Inter-Milan vinto 3-2, giocato da titolare come trequartista. Il momento più brutto invece fu la retrocessione del Villarreal dopo aver giocato la Champions: ma anche dai momenti bui possono nascere cose belle e infatti subito dopo arrivai a Firenze».

Con Corvino non c’è stato feeling. Quell’estate del 2017 diventarono virali alcuni suoi audio Whatsapp in cui accusava il club viola di averla messa alla porta. Come andarono le cose?

«Mi sfogai con un amico, volevo restare ma altri avevano deciso per me. Certe cose dovrebbero rimanere private, in fondo però quell’amico l’ho perdonato perché io sono sempre stato sincero. Tornare in viola l’anno scorso è stato bellissimo, peccato solo per i tanti problemi che abbiamo avuto. Sognavo una fine diversa».

La Fiorentina ad andare in Europa?

«Ha le carte in regola, ultimamente ha pagato gli infortuni e il dover giocare 3 volte in una settimana. È lo step di crescita da fare per diventare una squadra importante, ma i viola sono sulla strada giusta».

A San Siro a proposito c’è Milan-Fiorentina e il pensiero va ad Astori.

«Ero all’Inter quell’anno, seppi la notizia ad Appiano Gentile, non ci volevo credere. Iniziai a chiamare i miei amici di Firenze, mi sembrava impossibile che fosse successo davvero. E ancora oggi faccio fatica ad accettare. La messa a Santa Croce fu una delle cose più strazianti della mia vita».

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