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PRADE’ E MONTELLA UMILIANO CORVINO E PIOLI. TUTTI I NUMERI DEL DISASTRO VIOLA
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PRADE’ E MONTELLA UMILIANO CORVINO E PIOLI. TUTTI I NUMERI DEL DISASTRO VIOLA

Flavio Ognissanti

2 Dicembre · 15:19

Aggiornamento: 2 Dicembre 2018 · 15:19

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di Flavio Ognissanti

Ci sono sconfitte che possono far bene, fu benedetta quella di quella sera a Firenze dove la Fiorentina subi la più grande umiliazione della sua storia e perse in casa contro la Juventus per 0-5. Quella partita convinse la proprietà a fare piazza pulita, via Corvino, cambio di allenatore. Si spera che l’umiliazione di ieri, possa servire a qualcosa, si spera a questo. Altro che, come scrive la Fiorentina “Sconfitti, non domati”. Una roba imbarazzante.

Dopo la figuraccia del 2012, la stagione successiva la squadra viola arrivò quarta derubata del terzo posto all’ultima giornata con una stagione meravigliosa sotto tutti i punti di vista, o quasi.

Quella squadra li, che ci ha fatto vedere probabilmente il miglior calcio della storia viola, è stata costruita con idee, aldilà dei soldi. Anche quella Fiorentina, come quella attuale, fu costruita grazie alle cessioni. Nastasic, Cerci, Behrami e Gamberini portarono alle casse della società gigliata i soldi con i quali Pradè e Macia firmarono un capolavoro tecnico.

Ecco, a questa Fiorentina mancano le idee di calcio.

Abbiamo scritto più volte di Corvino, di quanto questi due anni e mezzo sono stati fallimentari, ma non lo diciamo noi, lo dicono i numeri di quanto il direttore generale ha speso e dei piazzamenti che la Fiorentina ha collezionato. Due ottavi posto e quest’anno siamo a dicembre e la squadra è dodicesima in classifica. Dodicesima.

Il direttore generale viola ha speso in due anni piu di 130 milioni di euro. Se pensiamo a questa cifra, possiamo escludere 5/6 giocatori acquistati che si sono poi rivelati azzeccati e all’altezza della storia della Fiorentina. Il resto invece, e stiamo parlando di una ventina di giocatori, non sono all’altezza di lottare per i primi posti della classifica.

Passiamo a Pioli, nessuno chiede al tecnico di far diventare Norgaard  Pizarro o Edimilson Borja Valero, ma se questa squadra non ha un gioco, se l’allenatore non riesce mai a cambiare in corsa una partita, se non riesce mai ad avere un’intuizione allora queste sono colpe solo sue.

Non tocca a Cognigni dare un gioco a questa squadra, non tocca a Della Valle avere un’intuizione tattica e non tocca a Freitas cambiare Simeone che si sta dimostrando non in crisi, perchè anche lo scorso anno ha avuto le stesse difficoltà, ma semplicemente inadatto a giocare in una squadra da parte sinistra della classifica.

Da qui una domanda: Cosa NON deve fare il centravanti viola per essere messo in panchina? Giovanni è di una mediocrità imbarazzante.

Questo non vuol dire che la proprietà sia esente da colpe. Lo diciamo subito, magari andando anche controcorrente. Il problema non è che la famiglia Della Valle non vuole spendere. Non lo fa nessuno. Tutti vanno avanti per autofinanziamento. Ciò che ricevi, quelli rispendi. Sfidiamo a trovare una squadra di alta classifica in cui il presidente mette di tasca sua i milioni di euro. Il problema è come spendi i soldi che produci e che ti entrano.

Ricordate l’esempio di Pradè e Montella? Ecco, in quella stagione la famiglia Della Valle non ha messo un euro di tasca propria, semplicemente i dirigenti viola sono riusciti a portare a Firenze giocatori veri e a mettere su una squadra vera. C’erano idee di calcio. Calcio vero.

Giusto per fare un esempio. Cuadrado, Borja Valero, Pizarro, Aquilani e Gonzalo Rodriguez sono costati in totale 9 milioni di euro.

Benassi, Simeone, Eysseric e Maxi Olivera sono costati, in totale, 34 milioni di euro.

Questo vuol dire avere idee di calcio. Questo è il succo del disastro di Corvino. Non è stato merito della proprietà il capolavoro di Pradè e Macia, come non è colpa di Della Valle se Ilicic viene venduto per 5 milioni e per la stessa cifra viene comprato Eysseric. Altro fallimento della campagna acquisti di Pantaleo.

La colpa grande della società è stata quella di non intervenire in questa situazione di continuo degrato. Anzi, usiamo il presente. Cosa aspettano a mandar via Corvino? Cosa aspettano a chiedere a Pioli un cambio di passo pena il licenziamento?

Se nessuno interviene vuol dire che tutto va bene, allora la proprietà diventa in questo modo il primo responsabile.

 

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