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Parla il tifoso con la maglia del Liverpool: “Non ho commesso un reato, sono un collezionista”
Rassegna Stampa

Parla il tifoso con la maglia del Liverpool: “Non ho commesso un reato, sono un collezionista”

Redazione

6 Settembre · 13:47

Aggiornamento: 6 Settembre 2022 · 13:47

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Tifosi ACF Fiorentina

Il tifoso della Fiorentina con addosso la maglia del Liverpool immortalato in curva Ferrovia, sabato per Fiorentina-Juve, ha accettato di parlare con La Nazione, di fornire la versione sull’accaduto che ha suscitato sdegno generalizzato per via del rosso fuoco della maglia della squadra inglese ’richiamo’ alla strage dell’Heysel, dove nell’85 persero la vita 39 tifosi bianconeri. Non diamo le sue generalità perché l’uomo ha due figli minori, 17 e 10 anni, anche lui con la maglietta dei’Reds’ insieme al babbo al Franchi. L’uomo nega che il suo comportamento sia stato premeditato.

La vostra presenza così ’bardati’ in curva ha scatenato un putiferio, polemiche e critiche

“Sono un libero cittadino. Non ho fatto reati. Non mi ha cercato nessuno. Non c’ è stata premeditazione, né provocazione. Non mi sono alzato al mattino per andare ad inneggiare contro quei morti, ma per vedere una partita molto attesa. In ’Ferrovia’: per mio figlio era la prima volta in curva. Vado in maratona, ma era tutto esaurito”.

Sì, ma quelle magliette rosse..

“Mio figlio e altri ragazzini si sono messi in traiettoria dietro la porta per vedere i giocatori della Juve che palleggiavano. Sono cominciati i mugugni, poi i cori vergognosi. Bene che qualcuno li abbia filmati, che il video sia finito in rete Sapete che cosa hanno urlato i tifosi bianconeri. I cori antisemiti, anche riferimenti al mostro di Firenze, all’alluvione del’66. Ho esposto la sciarpa, l’ho issata bene. Vero, mi sono avvicinato al settore della curva che, oltre alle barriere, fa da cuscinetto tra tifosi viola e ospiti. Un gesto estemporaneo, istintivo. Non ho pensato certo a offendere la memoria dei morti dell’Heysel. N é sono andato a fare l’Enrico Toti che butta la stampella contro il nemico…Ho risposto ai cori offensivi degli juventini mostrando la sciarpa. Poi ho spiegato a mio figlio il motivo della protesta contro di noi. E la storia delle 39 morti”.

Le magliette all’ingresso erano coperte dalle felpe

“Guardi, mio figlio colleziona le magliette. Ne ha 50. E’ stato nel ritiro della Juve con Ronaldo. A Pisa (altra tifoseria notoriamente ai ferri corti con quella viola, ndc). Provo a spiegarmi. Sabato c’era in programma anche Everton-Liverpool, derby molto sentito del Merseyside. Ecco spiegata la maglia, indossata per andare in un pub e vedere la partita in tv. Eravamo vestiti proprio così. Poi c’ è stato un acquazzone, è venuto un diluvio, ci siamo talmente bagnati che ho deciso di acquistare in un negozio Oviesse calosce, jeans e una felpa. E con quelli, ormai asciugati, siamo andati alla partita. Ripeto: non mi sono alzato per andare a provocare nessuno. Non sono un ultrà”.

L’hanno fatta smettere

“Dopo pochi minuti si sono avvicinati due steward, gentili, che mi hanno detto di non farlo più. Altrimenti sarebbero stati presi provvedimenti. Le forze dell’ordine ci avranno di sicuro inquadrati tramite le telecamere interne”.

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