Qui a Salonicco si parla del nuovo stadio di Firenze, uno stadio che ancora vive nei sogni e negli elaborati, nelle foto riprodotte dagli studi di architettura e sul masterplan che anticipano il progetto esecutivo. Su questo parla Cognigni.
«Quello lo prepareremo quando avremo la certezza delle date e della posizione esatta all’interno dell’area».
Per ora la Fiorentina ha investito circa 2 milioni negli studi avvalendosi anche delle consulenza della Arup, un’azienda che partecipa ad alcuni dei principali progetti edilizi su scala mondiale.
Siamo comunque ad un passo precedente rispetto all’ultimo atto tecnico.
«Sì, ma non ho motivi per cambiare il mio atteggiamento fiducioso in prospettiva costruzione del nuovo stadio. Aggiungo che potremmo anticipare la presentazione di tutti i documenti che ci sono stati richiesti, inizialmente prevista per il 31 dicembre. Informo che abbiamo ricevuto concrete proposte di interesse da parte di finanziatori».
Quest’ultimo è un passo avanti concreto.
«Sì, ma siamo costretti a far sedere questi signori su un divano, pregandoli di avere pazienza. Loro ci chiedono tempi precisi, noi non sappiamo cosa rispondere».
Il giro dell’investimento era stato previsto in 130-140 milioni per lo stadio, complessivamente poi la cifra saliva a 350 milioni considerando le attività annesse. Resta questo ordine di grandezza?
«Non entro nei dettagli perché molti aspetti tecnici ancora possono variare, certamente l’ordine di grandezza potrebbe essere questo. Ma davvero le cifre potrebbero cambiare in base a tanti aspetti che non sto qui a descrivere. Mi interessa più la filosofia dell’investimento: già nel 2008 fu presentato un progetto attraverso il quale la Fiorentina avrebbe potuto finanziare la propria crescita per un salto di qualità sportiva altrimenti non finanziabile».
Poi però tutto è rimasto nel capitolo speranze.
«Ridurre il gap con i top club è impossibile, noi dobbiamo ridurre il gap anche con altre realtà. Ho visto il modello della cittadella-Juve, mi sembra che la strada giusta sia quella…».
C’è chi pensa: i Della Valle vogliono costruire il nuovo stadio per poi vendere una società che attualmente non ha proprietà immobiliari.
«Stiamo invece cercando di spingerci avanti nel futuro, la nostra è programmazione. Se fosse vero il contrario, se stessimo cioè pensando di lasciare, ci limiteremmo a una gestione ordinaria. Invece vogliamo rilanciare, sperando che questa volta il messaggio sia capito. Investimenti esclusi, e di quelli parleremo poi, prevediamo di avere un cash flow annuale di 15 milioni solo grazie al nuovo stadio. Abbiamo in mente un’opera ambiziosa, non vogliamo avviare un percorso che poi si interromperà. E non ci spaventano le difficoltà. Nell’area Mercafir, perché poi la zona sarà quella, c’è una falda acquifera alla profondità di 6 metri: vogliamo costruire uno stadio-tempio come quello di Bordeaux, una struttura completamente emergente, con circa 40mila posti».
Prima ha parlato di investitori: ce n’è qualcuno italiano, o magari fiorentino?
«Sono tutti stranieri».
Altri particolari?
«Non faccio nomi, vi assicuro che sono soggetti importanti. Ovviamente chi investe cifre così importanti vuole certezze sui tempi, ma noi non ne abbiamo. La dottoressa Daniela Maffioletti lavora per noi su questo progetto da diversi mesi, è lei che mantiene i contatti con il Comune e puntualmente ci aggiorna sui progressi. Il materiale sta aumentando e la voglia è quella di raggiungere finalmente la quadra per un’opera che potrebbe in parte cambiare il volto di Firenze. Chiudo rassicurando tutti, o almeno quelli che pensano il contrario: il nostro amore per Firenze è assoluto, viscerale. Questa è una città che ti prende… E’ stata colpa nostra se non siamo riusciti a dimostrarlo».
Angelo Giorgetti – La Nazione