Un faccia a faccia di un’ora con il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. È quello che si è tenuto ieri durante la missione romana del sindaco Dario Nardella. L’obiettivo: parlare del futuro dello stadio Franchi dopo il niet della commissione europea allo stanziamento dei 55 milioni di euro stralciati dal piano di restyling. Un confronto necessario visto che la gara d’appalto da 170,5 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione dello stadio, bandita a dicembre, sta continuando a fare passi avanti, pur potendo contare solo sui 95 milioni rimasti in piedi (più la rivalutazione sui costi delle materie prime che li fanno salire a 125).
Ma Fitto al momento ha le mani legate: dopo il definanziamento dei 55 milioni la materia non è più una questione di sua competenza. Mentre rientra ora fra quelle del governo. Lo stesso che, anche attraverso il vicepremier Matteo Salvini, ha più volte recitato lo stesso mantra, l’ultima volta lunedì al via della fresa per gli scavi Tav: «Visto che gli stadi sono sfruttati da società private è giusto che i soldi ce li mettano i privati. Questo vale per Firenze così come per Milano o altre piazze». Della serie: nessuna intenzione all’orizzonte di trovare le risorse per Firenze. Intanto il Comune a fine aprile ha spedito alle aziende in gara la lettera per invitarle a presentare un’offerta economica. La risposta dovrà arrivare entro il 13 giugno. Ma il rebus sui 55 milioni resta. Lo scrive La Nazione.