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Moggi: “Il Milan doveva andare in B per la partita contro la Fiorentina. Chiamarono direttamente l’arbitro De Santis”
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Moggi: “Il Milan doveva andare in B per la partita contro la Fiorentina. Chiamarono direttamente l’arbitro De Santis”

Redazione

4 Aprile · 17:19

Aggiornamento: 4 Aprile 2020 · 17:21

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Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus radiato a vita dal mondo del calcio, è stato in collegamento nel canale ufficiale della Reggina, Reggina TV. Il dirigente, radiato a vita dal calcio, tra gli argomenti toccati ha parlato anche della posizione del Milan durante Calciopoli nel 2006:

“C’è stato solo un caso in cui un arbitro non ha fatto quello che doveva e cioè rivolgersi all’ufficio inchieste. In casi del genere ci può rivolgere all’ufficio inchieste. E’ un caso acclarato: il 30 aprile del 2005 c’era Fiorentina-Milan. Il Milan lottava con la Juventus per vincere il campionato ed eravamo a pari punti e la Fiorentina lottava per non retrocedere. Ovviamente, come tutti i dirigenti delle squadre di calcio, trovandosi in queste condizioni, avremmo avuto piacere che il Milan avesse trovato pane per i suoi denti a Firenze. L’arbitro era De Santis. Il sabato prima della partita un’intercettazione ci racconta che Meani, l’addetto agli arbitri del Milan telefona a De Santis e gli dice: ‘Non ammonire Kakà e Nesta, perchè sono diffidati e domenica dovremmo giocare con la Juventus a Milano’. La partita finì 1-2 e non fu dato dall’arbitro un rigore grosso come una casa per fallo di Pancaro su Pazzini. Si menarono a non finire e non fu ammonito nessuno.

I miei giocatori, dopo aver visto in tv la partita, volevano reclamare lo scandaloso arbitraggio. Io feci fare il silenzio stampa e parlai io. Il giorno successivo alla partita, De Santis telefonò direttamente a Meani e gli ha detto: ‘Guarda, è la prima volta, forse, e sono riuscito anche a far fare silenzio stampa alla Juventus’. E Meani gli risponde: ‘Bravo, sei un amico. Lo racconterò al capo’ ovvero a Galliani. Era una partita da ufficio inchieste e retrocessione del Milan. L’arbitro si guardò bene dal telefonare all’ufficio inchieste. Quest’arbitro è stato messo tra quelli vicini alla Triade. Pensate un po’ la differenza tra quello che è la realtà e quello che hanno voluto dimostrare”.

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