Mario Gomez ha rilasciato una lunga intervista alla federazione della sua nazionale. Un’intervista dove ha raccontato anche la sua esperienza alla Fiorentina:
“Alla Fiorentina avevano programmato tante cose, ho giocato insieme a Rossi: avevamo un grande feeling. Abbiamo iniziato alla grande, in due partite facemmo cinque gol. Poi alla terza gara mi sono infortunato al ginocchio, mi è stato diagnosticato uno strappo del legamento mediale. Ma non fu trovato che anche il tendine era stato lesionato. Inizialmente era stato previsto uno stop di 6-8 settimane. Poi ci sono voluti 5 mesi. In questi 5 mesi tutto ciò di positivo che era stato fatto si è ribaltato. Più a lungo restavo fuori, più saliva l’agitazione. Anche perché la comunicazione con l’esterno insisteva a dire di un tempo di recupero di due mesi. Poi quando ormai ero fuori da 3 mesi fu detto: “Gomez è in vacanza”. Dopo 4 mesi, si iniziò a dire: “Sta facendo finta”. Sono state dette e scritte tante falsità. E in tutto questo saliva la pressione. Sapevo le aspettative che c’erano, volevo affrontarle il più rapidamente possibile, per dimostrare che tutto ciò che si diceva non era vero. Ma ho avuto solo tanto dolore, e questo non ha agevolato. E anche il dolore non è stato preso sul serio da molti.
Quando sono tornato in forma, mi sono reso conto che il rapporto con l’allenatore non era più come prima. Mi sono sentito messo in dubbio da questo infortunio. Ovunque andassi, vedevo sguardi perplessi. Poi ho giocato sei settimane: all’inizio entravo dalla panchina, venivo dosato con brevi apparizioni.
Dopo sono tornato titolare, giocando contro la Juve in Europa. Ho pensato: “Finalmente sto tornando protagonista”. Poi nella partita contro il Napoli arrivò un nuovo infortunio. Un difensore mi colpisce all’altro ginocchio, di nuovo il legamento. In tutta la stagione ho perso 7 mesi. La nuova stagione però non è andata come avrei voluto, tutto ora era sotto una cattiva stella. Tra me e il club c’erano troppi pensieri negativi, la pressione era immensa, non realistica. È questo il motivo per cui è stato opportuno andare via dopo due anni
Amo Firenze, il modo di vivere dei fiorentini è eccezionale. Ho aspettato con ansia di arrivare a Firenze per scrivere una pagina di storia vincente. Non ho mai pensato che potesse accadere una dinamica così negativa per me. È chiaro che sono molto deluso per come sono andate le cose”