Kuzmanovic è stato uno dei grandi colpi di Corvino quando era alla Fiorentina. Il Posticipo, lo hai intervistato, queste le sue parole sull’esperienza a Firenze con la maglia viola
Zdravko, lei ha smesso di giocare da pochi mesi: che momento sta vivendo?
È una situazione nuova per me. Quando smetti non ti alleni e non giochi più. Faccio una bella vita: ho un figlio di nove mesi e ho tanto tempo libero da passare insieme a lui. Adesso sto al cento per cento con la mia famiglia. Sono sempre a casa, posso dare una mano anche a mia moglie: è un bel momento. Mi piace tanto la mia nuova vita, anche se il calcio mi manca, ma è normale che sia così.
Le ha preferito la Fiorentina al Palermo: perché?
All’inizio dovevo andare al Palermo, poi è arrivata l’offerta della Fiorentina e ho detto sì. È stata la scelta migliore che potessi fare. A Firenze c’erano grandi tifosi e una bella società. Abbiamo vissuto momenti indimenticabili anche in Champions League. Abbiamo disputato anche ottimi campionati in Serie A. Mi piace guardare la Fiorentina, seguo tutte le partite: lo faccio con tutte le altre squadre in cui ho giocato.
Lei è stato allenato da Prandelli: è l’allenatore giusto anche per la Fiorentina di oggi?
Sì: faccio i complimenti alla società per questa scelta. Mister Prandelli è un grande uomo, ha una forte personalità, è l’allenatore migliore che ho avuto nella mia carriera. Sono sicuro che porterà la Fiorentina in alto. La squadra sta vivendo un momento difficile, però se c’è Prandelli io sono tranquillo perché il mister lavora tanto e sa quello che fa. Però serve un po’ di tempo perché la squadra adesso sta soffrendo.
A Firenze lei ha giocato con grandi attaccanti: chi era il più forte?
Mutu era un fenomeno, poi ho giocato con Vieri e Toni: erano tre grandi campioni, ma io dico Adrian! A Firenze ricordo anche Pazzini, poi Jovetic e Santana. Nel 2008 è arrivato anche Gilardino. Ho giocato con grandi attaccanti: è stato un piacere per me. Adrian era qualcosa di speciale: matto, ma forte forte.
Felipe Melo è stato suo compagno di reparto alla Fiorentina: che tipo era?
Era forte: fuori dal campo era un bravissimo ragazzo, quando giocava… un animale. È bello avere al proprio fianco compagni così: tu puoi giocare con tranquillità, lui pensa a recuperare palloni e a tutto il resto. Eravamo una coppia perfetta. Anche Liverani era fortissimo in quel centrocampo: aveva un piede strepitoso. Quella Fiorentina era veramente una bella squadra.
Nel 2009 lei ha lasciato Firenze ed è passato allo Stoccarda: come è nata questa scelta?
Volevo avvicinarmi alla mia famiglia che viveva a Basilea: da lì Stoccarda è distante solamente due ore di macchina. Poi sognavo da sempre di giocare in Bundesliga: tutti i calciatori nati in Svizzera desiderano provare il campionato tedesco e giocare in quegli stadi pieni di gente. Quando è arrivata la proposta dello Stoccarda ho deciso di lasciare la Fiorentina con cui avevo vissuto tre anni splendidi: era il momento giusto per cambiare. Poi nel 2010 con lo Stoccarda abbiamo giocato gli ottavi di Champions contro il Barcellona di Messi e Ibra. Mi sono trovato bene: ci sono rimasto quasi per tre anni e mezzo.
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