Tra Conte, Fonseca e Baroni ecco anche Raffaele Palladino, che ha rinunciato alla “sua” difesa a tre per un centrocampista in più. Il tecnico viola si è trovato a stravolgere il suo credo intorno all’ora di pranzo del 22 settembre, nell’intervallo della partita con la Lazio. Sotto 1-0 e senza aver vinto una sola partita tra campionato e Conference League, ha messo da parte il 3-4-2-1 per virare sul 4-2-3-1.
Abituata al calcio di possesso e offensivo come quello di Italiano, la Fiorentina ha avuto un “rigetto” ai principi di gioco di Palladino. L’allenatore viola ha riconosciuto i problemi tornando su un modulo più interiorizzato dal gruppo e soprattutto ha ritrovato Gudmundsson. L’islandese è il trequartista giusto, capace di saltare l’uomo in zone centrali e dare ampiezza alle ali: subito decisivo, Gud è stato l’acceleratore del processo di crescita. E in mezzo al campo Palladino è stato aiutato dai colpi last minute di Bove e Adli. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
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