
Per la rubrica che fa conoscere gruppi e viola club sparsi sul territorio oggi parliamo del “Gruppo Ciociaro” ed abbiamo intervistato il presidente Federico Malandrucco.
Buongiorno Federico, quando nasce il vostro gruppo?
“Il club è stato fondato nel 1997′ da mio padre Giuliano. Il quale si innamorò del colore viola nel 1959′, anche grazie al primo album di figurine Panini, nel quale gli risalti all’occhio quel colore viola di cui erano vestiti i calciatori della squadra di Firenze. Era l’epoca che viveva sull’onda degli anni post primo scudetto e dal 62’/63′ ha sempre seguito la squadra. Tanto che ci ricorda di quando bambino scrisse una lettera alla Fiorentina chiedendo l’autografo di Kurt Hamrin, il quale non si negò alla richiesta ma non solo, infatti da lì nacque una bella amicizia fra i due che dura tutt’oggi. Il suo amore per la Fiorentina ce lo trasmise nel corso della stagione 95’/96′ e sull’onda della vittoria in supercoppa a San Siro contro il Milan.

Ricordo come quella sera saremmo dovuti andare a vedere la partita in un bar del Circeo, dove eravamo in vacanza. Solo che era un ‘covo’ di tifosi milanisti, quindi mio padre ci convinse di aspettare il risultato col giornale della mattina seguente. Fu una nottata di trepidazione, ma ricordo quando la mattina tornò col titolone della Gazzetta che raccontava la vittoria viola grazie alla doppietta di Batigol. Nostro padre portava me e mio fratello allo stadio, ci sorbivamo 700 km andata e ritorno. Quando ero piccolo a scuola una volta la maestra mi diede una nota perchè disturbano la classe; mia madre le scrisse in risposta che per punizione mi avrebbe vietato lo stadio e la Fiorentina” “.

In quale settore siete soliti esporre il vostro striscione?
“Il nostro vessillo è sempre affisso in curva Fiesole. Non abbiamo una sede fissa ma ci ritroviamo con piacere a casa per seguire tutti insieme la squadra in tv. Come in occasione della sfortunata semifinale di coppa Italia con l’Atalanta”.

Quanti soci potete contare al momento?
“Siamo circa 100 iscritti, con copertura vasta in tutto il Lazio; Colleferro, Valmontone, Frosinone ed Alatri, con due soci fino a Campobasso. Ricordo a tutti come la nostra regione possa vantare anche 5-600 tifosi viola. Possiamo dire di essere gemellati con i ragazzi del ‘Calabria viola’ degli amici Di Pietra e Cugliari, ai quali ci uniamo nelle trasferte che ci portano a risalire lo stivale per star vicini alla nostra squadra del cuore. Nei tempi migliori dell’epoca Della Valle abbiamo toccato anche le 150 tessere”.
Raccontaci qualche aneddoto relativo alle vostre trasferte..
“Ricordo un viaggio per la gara al ‘Del Duca’ di Ascoli dove ci ritrovammo nel prepartita senza volere proprio sotto la curva bianconera. Da lì con l’aiuto dei poliziotti, che ci fecero nascondere nelle loro volanti, potemmo raggiungere il nostro settore.
Oppure dopo un Fiorentina – Juve sempre del 2005′, di ritorno dalla partita fummo derubati di tutto il materiale presente nel pullman durante una sosta in autogrill. Erano juventini e in modo vigliacco si comportarono. Meno male che le forze dell’ordine riuscirono a riportarci tutto quanto ci era stato sottratto”.

Come vivete queste stagioni dell’era Commisso convivendo con la pandemia?
“Siamo delusi dall’andamento della squadra ovviamente. La colpa è di tutti quando le cose vanno male. Il presidente pensiamo si debba dedicare alla parte burocratica legata a stadio ed infrastrutture. Da lì deve delegare bene a dirigenti capaci e che agiscano con coesione d’intenti e con scelte nette e decise”.
Marco Collini
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