Questo quanto scrive Benedetto Ferrara su Repubblica questa mattina, in un ritratto emozionante e dettagliato dello stadio Artemio Franchi, da sempre patria e casa della Fiorentina:
“Nonno Artemio compirà novant’anni nel 2021. Ha avuto una vita vivace, ha visto tante di quelle cose che nemmeno immaginiamo. Julinho, De Sisti, Baggio, Batistuta e altri fenomeni. Ma poi non si è negato Rebonato, Aguirre e il Tanque Silva. Ha vinto due scudetti e una volta ha dovuto perfino accendere le luci alle tre di mattina per accogliere amici e parenti tutti presi da un party notturno in onore di Ranieri, di Rui Costa e degli altri.
Artemio da un pezzo è lì lì per andare in pensione. Da anni si narra di un erede giovane e cool, figlio di archistar come in fondo era stato anche lui quando l’architetto Nervi creò a due passi dal centro lo stadio fiorentino, quello dato per finito, desueto, decrepito.
Ma intanto lui è sempre lì, con le sue manie e le sue rughe, consapevole dei suoi limiti e deciso a resistere: alle tv, al calcio che cambia, alla pioggia e a una fine che sembra non arrivare mai, anche perchè il vecchio Artemio non si scompone davanti a un plastico, e nemmeno davanti alla seconda versione del plastico.
Che poi, a guardare quello che succede in torno, ci sta che il suo erede arrivi chissà quando, o forse anche mai. Per fortuna Artemio nel frattempo ha fatto i suoi ritocchini per cercare almeno di rallentare il tempo. Padroni (il Comune) e inquilini (la Fiorentina) si sono divisi compiti e spese per provare a tenere il vecchio Franchi al passo coi tempi, le leggi sulla sicurezza e le norme Uefa. Negli ultimi dieci anni il Comune, che incassa 950 mila euro all’anno di affitto, ha speso circa 4 milioni di euro per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria: tra impianti elettrici e meccanici, impermeabilizzazione e opere di conso-lidamento, recentemente fatte anche in Maratona. In più c’è il mantenimento del manto erboso, l’impianto di sicurezza e i lavoretti per tenere a norma il nonno.
Da parte sua la Fiorentina sullo stadio ha dovuto investire parecchio. Soprattutto nella parte della tribuna, dove devi fare bella figura con autorità, ospiti e sponsor, cioè quelli che ti sganciano il denaro. Per questo, nel tempo, è stata rifatta tutta la tribuna autorità, le poltrocine di tribuna sono state cambiate ed è nata l’idea di eliminare le barriere e coprire il parterre di maratona, forse la scelta più importante, per i tifosi. E le nuove hospitality, gli spogliatoi, il tunnel che porta al campo, il maxi schermo nuovo di pacca, l’impianto audio, quello di illuminazione, a metà col Comune, che ha definito da poco il light design esterno dello stadio, trasformando il vecchio Artemio in una versione riarrangiata alla meno peggio (ma fascinosa) dell’Allianz di Monaco di Baviera. Naturalmente i ritocchi sono stati tantissimi e diluiti negli ultimi dieci anni, per una spesa di 9 milioni.
Poi c’è da dire che i bagni delle curve e di maratona sono gli stessi di Italia 90 e delle notti magiche che sanno tanto di preistoria. Il comune ci sta pensando, ma forse questa storia del nuovo stadio ha frenato un progetto da 600 mila euro di investimento.”