Negli occhi di tutti ci sono ancora le cinque reti con cui la Fiorentina ha sommerso il Qarabag, dopo un avvio non proprio scintillante, per la verità. Ma quello è dipeso dall’approccio alla gara, è forse più grave che sia accaduto, e non per la qualità delle giocate che hanno deciso la seconda sfida di Europa League. I gol a raffica segnati dagli attaccanti hanno comunque riportato d’attualità un tema che covava sotto la cenere: scegliere una sola punta di ruolo oppure sbilanciare la squadra, con due giocatori con spiccate qualità offensive?
Sousa, per sua stessa ammissione, ha detto di lavorare alla seconda ipotesi e i fatti lo confermano, oltre a dargli ragione. Gli azeri, per la verità, fino a quando sono rimasti in undici hanno messo in difficoltà la Fiorentina, ma quando i viola hanno iniziato a giocare si è capito che avere un maggiore peso offensivo in determinate situazione può aiutare Kalinic stesso e la squadra, di conseguenza.
La prossima sfida di Torino potrebbe cambiare ancora l’approccio tattico di Sousa, pur tentato da una mossa a sorpresa. Già, perché il punto focale della Fiorentina è e resta l’attaccante croato, uno dei pochi giocatori che l’allenatore portoghese reputa indispensabile. I granata restano, in casa loro, una squadra in grado di fare male e un atteggiamento più prudente, ricalcando il tema tattico delle partite con Roma e Milan, sarebbe la logica conseguenza.
Il portoghese dunque punterebbe tutto su Kalinic, come del resto ha sempre fatto. Alla lunga, però, si rischia di diventare prevedibili, dando una facile lettura all’allenatore avversario. Chiunque sia e forse anche la poca produttività offensiva si può spiegare anche così. Sousa sostiene che la squadra abbia prodotto occasioni, ma i tiri verso lo specchio sono stati davvero pochi. Aspetto che non è sfuggito all’attenzione dello staff tecnico. Però l’opzione Kalinic è sempre quella più gettonata.
Attenzione, in ogni caso, a dare per scontate le mosse dell’allenatore che alla viglia delle partite sono praticamente impossibili da decifrare. La mossa a sorpresa sarebbe quella di continuare a sfruttare la buona vena di Babacar e, magari, di Zarate. Ora le alternative ci sono. Non è poco.
Giampaolo Marchini – La Nazione