Ecco alcune delle parole rilasciate da Paolo Beldì al Corriere Fiorentino:
A quale Fiorentina pensa quando vuole farsi un po’ di coraggio?
“A una partita non vista. Per paura. Che ora, se potessi, vedrei per la prima volta e con affetto: lo spareggio per salire dalla B alla A contro il Perugia del 20 giugno 2004”.
Perché ricorda proprio quella?
“Perché non ressi per lo stress, non me la sono sentita di andare al Franchi. Dovevo essere allo stadio con Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Gianfranco Monti, ci eravamo dati appuntamento per vederla insieme”.
Come sta passando questa quarantena da tifoso senza pallone?
“Da solo. In casa. Resisto. Mi aiuto rivedendo qualche partita in replica. Ho rivisto per esempio di recente Liverpool-Fiorentina 1-2 della Champions 2009, con la mitica rete di Gilardino al terzo minuto del recupero. Anche in quel caso l’allenatore era un grande amico: Prandelli. Era un Liverpool stratosferico, il Liverpool di Gerrard. Mentre Cesare non guidava certo una squadra di campioni come loro. Battere Gerrard è qualcosa che ti rimane nel cuore”.