
Questo il pensiero espresso dal giornalista Massimo Basile sul proprio profilo Facebook:
” “I soldi sono suoi e ha diritto di fare come gli pare” è la frase più triste del calcio moderno, perché rappresenta il cambiamento del dna del tifoso, che considera la squadra non più “sua” ma proprietà di qualcuno, intrattenimento. E lui un cliente. Il discorso dei soldi è valido per molti settori ma non per il calcio: se un produttore fa un film come vuole lui, io sono libero di non guardarlo. Ma dalla squadra non possiamo separarci. E se i soldi sono dei proprietari dei club, lo so che può sembrare romantico, le squadre sono dei tifosi, e da generazioni, perché senza non esiste il club. Questo non significa “prendi Messi”, il mercato qui non c’entra, non parlo di acquisti. Non si criticano le opinioni. Quella frase non è un’opinione: è una confessione. Chi la pronuncia si considera un cliente. Ma le squadre sono nostre, la Fiorentina è nostra, altrimenti accettiamo il modello americano del proprietario che prende i Lakers dal Minnesota e li porta a Los Angeles. I diritti televisivi e il valore del brand vengono calcolati proprio in base al numero dei supporters, non in base alle classifiche Forbes dei più ricchi. Vorrà dire qualcosa”.