Ivan Zazzaroni, nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, ha commentato la sfida tra Roma e Fiorentina, vinta dai giallorossi grazie a una rete di Dovbyk. Il direttore ha sottolineato come la squadra di Palladino avrebbe meritato di uscire dall’Olimpico con almeno un punto: “La Roma ha vinto una partita che la Fiorentina avrebbe meritato di pareggiare”.
Il momento decisivo, secondo l’analisi, è arrivato nella ripresa: “Nel secondo tempo, dopo l’ingresso di Fagioli e l’uscita dall’altra parte di Pellegrini, la squadra di Palladino s’è presa il campo e non l’ha più lasciato”. Tuttavia, ogni tentativo viola si è infranto su un protagonista assoluto: “Ha però avuto la disgrazia di fermarsi sul corpo e sulle mani di Mile Svilar, il miglior portiere della Serie A per rendimento e prospettive”.
Zazzaroni ha poi evidenziato alcune scelte forzate del tecnico viola, anche in funzione dell’impegno europeo imminente: “L’assenza di Dodo l’ha avvertita soprattutto Angeliño, la presenza della semifinale col Betis di giovedì prossimo ha condizionato le scelte iniziali di Palladino”. Nonostante ciò, la Fiorentina “ci ha provato, solo che – oltre a Svilar – ha trovato un avversario deciso a prendersi i tre punti con tutte le sofferenze del caso”.
Meriti evidenti anche alla retroguardia romanista: “Mancini su Kean, in palla, e N’Dicka sono stati perfetti, così come Koné. Ha fatto bene anche Celik. Mentre mi ha sorpreso Gourna, indemoniato”.
Il commento si chiude con un momento toccante vissuto sugli spalti: “Le righe conclusive le dedico al bellissimo coro dell’Olimpico riservato a Bove, che si è commosso: ‘Forza Edo, continua a sognare’”. E con un riconoscimento alla società viola per il sostegno mostrato a Bove: “I complimenti li rivolgo alla dirigenza della Fiorentina: è stata ed è vicina al ragazzo che avrebbe meritato un’attenzione in più dalla società nella quale è cresciuto e che l’ha lanciato”.