Un rigore sbagliato contro la Sampdoria aggrava la crisi di Dusan Vlahovic, bomber della Juventus a secco e per nulla brillante. Paradossalmente, a rincuorarlo e a tirarlo su di morale è stato il suo connazionale Dejan Stankovic, ex bandiera dell’Inter oggi allenatore di una Samp sempre più avviata verso una mesta retrocessione.
Vlahovic è tornato negli spogliatoi con il muso lunghissimo e lì, a fine gara, a trovato proprio Deki. “Dusan è un grande attaccante – ha spiegato poi il mister blucerchiato ai microfoni di Dazn -. E’ un momento no. Ci siamo parlati come un padre ad un figlio. Lui ha l’età di mio figlio più grande. Non deve mollare, è un attaccante top. In questi anni le carriere volano e deve mantenersi al livello top. Troverà la continuità, si sbloccherà”. Lo scrive Libero
Di lui scrive anche Tuttosport: “Scusate se vi parliamo di Vlahovic. I protagonisti della vittoria juventina sarebbero altri: Adrien Rabiot e la sua pesantissima doppietta, i giovani che tra entusiasmo e distrazioni hanno comunque aperto una fessura da cui sbirciare un futuro interessante (e low cost), finanche il “bomber” Bremer. Eppure Vlahovic ha incarnato l’essenza della stagione della Juventus, psicotica, confusa e sfigata.
E si è meritato, al culmine del suo personale psicodramma, l’abbraccio dei tifosi e della squadra: lo sguardo sperso dopo il rigore calciato forte sul palo lo hanno riconciliato con un pubblico mugugnante per l’ennesima prestazione sbilenca e sconclusionata. Vlahovic si è perso da qualche parte fra Mondiale e pubalgia, si sta cercando nel mezzo della stagione più difficile della storia bianconera e non sta trovando granché.
È palpabile il suo tormento, ma anche il suo impegno, la sua determinazione agonistica, così come tutta l’immaturità caratteriale di un ventitreenne che brucia dalla smania di diventare un grande, come gli promette il suo talento. Serve pazienza, serve Allegri, servono i compagni e i tifosi: ieri c’erano quasi tutti gli elementi e Vlahovic contro quel palo potrebbe averci fatto sbattere la sua maledizione. Lo vedremo giovedì a Friburgo, prima c’è tempo di fare qualche ragionamento sulla Serie A.