Nel solco dei più grandi. Di quei bomber che hanno lasciato un segno indelebile nella storia viola e che hanno fatto sognare un’intera città. Facile dirlo oggi, con un Moise Kean in formato monstre, più complicato pronosticarlo in estate, quando la Fiorentina ha deciso di dirigersi con decisione sul classe 2000 in uscita dalla Juve mettendo a segno un colpo che – specie se paragonato col rendimento di Gonzalez, planato a Torino – oggi sta facendo rosicare tanti ai piedi delle Alpi.
Il risultato? Una media gol spaventosa (0,67 centri a gara in A, che in prospettiva vorrebbe dire 25 reti al termine del campionato), il secondo posto nella classifica cannonieri (con anche il 25° gradino della graduatoria europea – allo stesso livello di Salah e Vinicius – che assegna la Scarpa d’oro) e la netta sensazione che Kean abbia tutte le caratteristiche per diventare uno degli attaccanti viola più prolifici del nuovo millennio. A confortare queste previsioni, arrivano come sempre i numeri. E non tanto quelli del classe 2000, quanto quelli appunto legati ai grandi centravanti del passato della Fiorentina, un club che nella sua quasi centenaria storia ha sempre potuto vantare grandi portieri e implacabili prime punte.
Se si prende in esame il rendimento nei primi dodici turni dei numeri 9 che hanno vestito la maglia viola da Batistuta in poi – non nella loro prima annata a Firenze (giacché non tutti, Re Leone in primis, sono stati da subito prolifici quanto Kean) bensì in quella in cui hanno fatto meglio – il risultato è sorprendente: tolti infatti Luca Toni (primo con 15 gol), l’argentino (secondo con 13) e Giuseppe Rossi (terzo con 11), l’ex Juventus è il quarto attaccante che ha realizzato più reti nel primo terzo di Serie A (8) negli ultimi tre decenni, al pari di Alberto Gilardino.
Il tutto però senza battere – o meglio, trasformare visto che uno lo ha sbagliato – nemmeno un rigore, specialità che invece è servita ai primi tre in classifica a rimpinguare il proprio bottino: senza penalty infatti Bati nel ’94, quando batté il record di Pascutti, si sarebbe fermato a 8 centri su azione mentre Pepito, trascinatore nel 2013, avrebbe toccato quota 7. Lo stesso discorso vale anche per gli altri bomber presi in esame: da Vlahovic (che nel 2021 aveva segnato lo stesso numero di gol di Kean oggi, ma con 4 trasformazioni dal dischetto) fino a Riganò, che nella stagione della rinascita in C2 nelle prime dodici giornate aveva fatto 7 centri di cui uno degli undici metri. La scalata verso la vetta dell’Olimpo viola è appena iniziata. Lo scrive La Nazione.