Oggi ospite a Passione Fiorentina TV su Twitch, Samuele Spalluto, attaccante di proprietà della Fiorentina che ha giocato l’ultima stagione in prestito al Gubbio, queste le sue parole:
“La stagione al Gubbio è andata molto bene, mi ero messo l’obiettivo di fare cinque gol, li ho realizzati, poi l’ho spostato a dieci, ed alla fine ne ho fatti undici. I playoff erano l’obiettivo peccato per il 2-1 contro il Pescara ma siamo usciti a testa alta”.
Differenza tra Primavera e Serie C?
“In Serie C ti fai le ossa, più a livello di responsabilità, per portare a casa il pane. In Primavera la prendi più con leggerezza”.
Moena?
“Non so niente, spero di andare a Moena con la prima squadra. Giusto che gli allenamenti di Italiano siano molto duri perché poi i risultati si vedono”.
Ti sei approcciato in ritardo al calcio? Come è nata questa passione? Sei legato a Corvino?
“Ci sono stati dei problemi a kickboxing ed i miei amici giocavano a calcio, così da lì è iniziato tutto. Ho fatto un anno nella sua accademia, mi ha fatto fare Corvino le prove inizialmente a Firenze, diciamo che mi ha scoperto lui”.
Hai un mentore nel mondo del calcio a cui ti ispiri?
“Il mio idolo è Cavani per il suo modo di battersi per la squadra, quando lo vedi giocare ha voglia e combatte su ogni palla. Mi ispiro più ad un attaccante come Higuain per le mie caratteristiche. Da un giocatore come Vlahovic si può solo imparare”.
L’anno scorso ti sei allenato spesso in prima squadra, c’è qualcuno che ti ha colpito maggiormente, o qualcuno che, in allenamento era uno spettacolo e poi in partita…
“Parlare di Vlahovic è meglio di no… ma quello che mi ha impressionato è lui, ha avuto voglia ed è sempre migliorato poi è nel mio stesso ruolo, focalizzavo molto gli occhi su di lui, lì il livello è molto alto”.
Le qualità di Italiano?
“Io di lui ho apprezzato molto la serenità che trasmette ai ragazzi, penso che pochi come lui possono capirci. Ci ha trasmesso spensieratezza, e gli piace la costruzione dal basso. Per ora non ho avuto ancora la fortuna di allenarmi con Italiano, speriamo, ha dato proprio una nuova identità alla Fiorentina. Ora se la gioca contro tutti dicendo sempre la sua”.
Preferiresti giocarti le tue possibilità alla Fiorentina da terza scelta o avere una maglia da titolare in B?
“Non lo so, io ora penso a rilassarmi e quando se arriverà la chiamata andrà a Moena, poi vedremo il posto per me. Spero di trovare una soluzione in una piazza per crescere, Firenze stessa o meno. L’obiettivo ovviamente è restare a Firenze, alla Fiorentina”.
Come vedi la società nella questione prima squadra?
“La società mi ha seguito molto e mandato messaggi dopo le partite e di continuare così, quindi sicuramente sono dietro i giovani e questo lo dimostrano anche i risultati della Primavera. Società che è su tutto il settore giovanile. La prima squadra ha fatto molto bene, merito di mister Italiano ma anche della società”.
Gioco dal basso, in Italia ci si divide su questo…
“Quinto è innamorato del gioco dal basso. In Serie C c’erano squadre che iniziavano il gioco dal basso, e poi pensavano anche alla guerra. In Serie A ci sono tante squadre che continuano a giocare così e poi ti capita l’errore. Per l’attaccante è uguale, dipende come si trova meglio la squadra”.
Hai giocato con Bianco lo scorso, chi è più pronto per il grande salto tra Bianco ed Agostinelli?
“Tra i due non ti saprei dire chi è più pronto, hanno caratteristiche importanti e ruoli diversi. So che tutti e due potrebbero essere pronti ad un salto di qualità, poi dipende da loro, dal miglioramento continuo”.
Tu ti senti di far parte della Fiorentina, per come siamo stati trattati dal punto di vista umano da Chiesa, Vlahovic… Voi in Primavera sentite questa appartenenza alla maglia?
“Io dico, per me, di sì. Sono cresciuto a livello calcistico ed umano a Firenze, dai 15 ai 20 anni. La città e la gente mi ha dato tanto, mi sento di appartenere a questa squadra, la sento mia. Voglio portare gioia in prima squadra per dare quello che la città mi ha dato”.
Un posto a Firenze a cui sei più affezionato?
“Piazzale Michelangelo, è bellissimo”.
Che squadra tifi?
“Io sono stato dell’Inter, come tutta la mia famiglia ma da cinque anni tifo anche Fiorentina”.
Che consiglio daresti ad un ragazzo che vuole inseguire il tuo stesso sogno?
“La testa, perché comunque stai a Firenze in una grande città ed in una squadra così, non devi mai accontentarti, ma questo penso lo trasmetti anche la famiglia. È una cosa mentale, non devi mai arrenderti solo così si cresce e si ottiene ciò che vuole”.
Chi è stato il tuo calciatore preferito nella storia della Fiorentina?
“Io ho visto i video, il mio preferito è Batistuta”.
In che rapporti sei con Corvino?
“Da diverso tempo non lo sento ma mi sto focalizzando sulla mia strada, lui sta facendo altro”.
Perché la Primavera in gara secca è sempre una delle migliori mentre nel campionato fatica a trovare continuità?
“Non lo so, può essere qualcosa di mentale. L’anno scorso in campionato sempre un piccolo episodio ci rovinava qualcosa, in Coppa Italia invece eri il campione uscente e dovevi difendere il titolo, poi forse la fortuna ti aiuta quando sei positivo”.
Cosa ne pensi di Aquilani e dove può arrivare?
“Può diventare un allenatore importante, per me il fatto di trasmettere serenità ai propri giocatori, questo non è semplice. Sa anche dare le bastonate, ma la sua spensieratezza mi ha aiutato tanto”.
Cosa ruberesti a Piatek, e cosa a Cabral?
“A Piatek la posizione in area, sempre al posto giusto. A Cabral un po’ forse la stessa cosa, anche se ho visto di più a Piatek”.
Cosa ne pensi della Nazionale?
“Penso che ai giovani che una società ritiene importante debbano dare un po’ di spazio. Fuori dall’Italia a 20 anni non sei giovane, di questo penso ne risenta anche la Nazionale maggiore. Ci sono giovani che giocano finali di Champions League ma sono scelte del mister”.
La C bocciatura o chance?
“Assolutamente no una bocciatura ero consapevole di dover crescere, l’anno scorso in Primavera ho fatto bene e quindi volevo un qualcosa per migliorare e dare dei messaggi anche alla Fiorentina, spero di averlo fatto nel migliore dei modi. Sono molto soddisfatto di come è andata, anche perché poi all’inizio non riuscivo a giocare, poi il mister mi ha dato la fiducia ed i compagni mi hanno aiutati tutti. Ringrazio il Gubbio, i compagni ed il mister per questa possibilità e crescita”.
Come ti vedi tra cinque anni?
“Mi vedo sotto la Fiesole ad esultare, è un sogno che mi porto dietro ormai da cinque anni e spero si possa realizzare presto, magari prima”.
Quanto è importante per chi guarda il cambio sempre di formazione per un giocatore?
“Come calciatore questa cosa è fondamentale, ti giochi sempre le carte e vai a mille. Meglio non avere undici titolari, poi come la vedo io l’importante è portare risultati e frutti a casa. Se l’ha fatto aveva ragione lui”.