Paulo Sousa non pensa al turnover: la differenza, lo ha detto chiaramente, la fanno gli stimoli e le motivazioni. Anche per questo, alla fine, la sorpresa potrebbe essere Federico Chiesa, il figlio d’arte nato nel settore giovanile viola fatto esordire allo Stadium contro la Juventus, che ha conquistato la fiducia del tecnico portoghese.
Fuori Astori e Gonzalo Rodriguez. Questa mattina, dopo una nuova sgambata al centro sportivo, prenderà le ultime decisioni perché il suo unico pensiero è dare continuità a quanto fin qui visto di buono. E solo la vittoria può aiutarlo, anche per cancellare i fantasmi della passata edizione. La difesa, complice la non convocazione di Gonzalo Rodriguez e Astori alle prese con problemi fisici, è quasi obbligata. L’assenza di Diks consegna una maglia da titolare ancora una volta a Tomovic, mentre De Maio, al suo debutto internazionale con la Fiorentina dopo aver giocato, in estate, il terzo turno preliminare di Champions League con l’Anderlecht, e Salcedo dovranno contribuire a mantenere inviolata l’imbattibilità interna di Tatarusanu. Fin qui, la Fiorentina, è l’unica squadra italiana a non aver mai incassato nemmeno una rete davanti al proprio pubblico in questa stagione.
Dubbi al centro. Se sulle corsie esterne, i cross saranno pertinenza di Cristian Tello a destra e Maxi Olivera a sinistra (sarà concesso un turno di riposo a Milic), nel mezzo i dubbi più grandi ruotano attorno al compagno di Matias Vecino, pronto a riprendersi una maglia da titolare dopo un mese esatto dall’ultima volta. La lesione muscolare subìta contro il Chievo è stata superata e la mezz’ora vista contro il Milan è stata il primo segnale incoraggiante. Al suo fianco, il ballottaggio è a tre, con Carlos Sanchez, la roccia colombiana, favorito su Cristoforo, uno su cui Corvino ha scommesso molto, e Badelj. Certo, fin qui ha giocato già sei gare in campionato (più quelle con la Nazionale colombiana nella settimana di stop del campionato), ma entusiasmo e potenza fisica sembrano essere suoi straordinari alleati. Comunque, si deciderà all’ultimo.
Tocca a Baba. Davanti, Babacar è pronto a rimettersi ancora una volta in gioco. Il gol realizzato ad Udine lo ha tolto dalla bolla che gli si era venuta a creare attorno e non aspetto altro se non riprendersi la scena. In Europa League ha già segnato 4 gol nelle precedenti 11 gare giocate ed ha voglia di interrompere un digiuno che, in campo internazionale, dura dal dicembre 2015: fu suo il gol che regalò l’unico successo interno della Fiorentina nella fase a gironi della scorsa edizione della competizione (contro il Belenenses, il 10 dicembre) e ha solo voglia di ripetersi. Alle sue spalle, i due candidati principali sembrano essere Borja Valero e Bernardeschi, ma, come detto, attenzione a Chiesa. Ilicic, pur convocato, ieri non si è allenato in gruppo per un fastidio alla caviglia, già sofferente in passato.
Entusiasmo Qarabag. Il tecnico del Qarabag Guran Gurbanov, che con la squadra azera ha vinto gli ultimi tre titoli nazionali, si è complimentato con Sousa, ma senza darsi per vinto: «Mi piace il modo con cui sa variare la propria tattica: noi, però, faremo di tutto per avere il possesso palla. La Fiorentina ha ottimi giocatori: se riesce a mettere in pratica il proprio gioco ha molte probabilità di vittoria, ma noi non siamo venuti qui solo per fare esperienza». Ismaylov, centrocampista del Qarabag, ha poi aggiunto: «Noi pensiamo al risultato, non alla vetrina».
Francesca Bandinelli – Corriere dello Sport