Questo l’articolo di Angelo Giorgetti sulla Nazione questa mattina:
Venti squadre, nove turni da giocare, 270 punti a disposizione: intrecci mostruosi anche per gli statistici, che dalle innumerevoli combinazioni possono estrarre di tutto. Anche la qualificazione europea della Fiorentina? Possibile, sebbene difficilissimo. Sicuramente la squadra viola non è padrona del proprio destino. C’è anche un caso matematico in cui la Fiorentina chiuderebbe il campionato all’ottavo posto, quindi esattamente nella stessa condizione attuale, anche se vincesse tutte le partite che le restano. Una statistica-limite, certo, ma anche la dimostrazione che tutto è ancora possibile in un senso o nell’altro. E che per ottenere un risultato saranno necessarie due variabili: vincere e sperare che i risultati delle altre concorrenti siano favorevoli. Neanche battere in casa Inter e Lazio e vincere in trasferta a Napoli potrebbe essere sufficiente occupare posizioni migliori alle fine del megaintreccio.
Poi si potrebbe anche aprire la discussione sull’opportunità di piazzarsi al sesto posto per partecipare al terzo turno preliminare di Europa League (endata e ritorno ultima settimana di luglio) e agli eventuali spareggi prima dell’accesso ai girone (andata e ritorno ultima settimana di agosto), con la preparazione anticipata in una stagione in cui il gruppo dovrà essere rifondato, con un nuovo allenatore e tante partenze e arrivi fra i calciatori. E’ sempre utile ricordare poi che il prossimo campionato metterà a disposizione 4 posti per qualificarsi direttamente ai gironi di Champions League.
Questo in teoria. In pratica restando molto più modestamente a quel che resta di questa stagione, la Fiorentina affianca al patto d’onore esposto in pubblico una stuazione interna tutt’altro che quieta, essendo l’allenatore in uscita insieme al capitano e sicuramente anche ad altri giocatori importanti. Non sembra insomma la situazione ideale per far leva sul feeling essenziale per trovare energie supplementari. Fra pochi giorni (il 31 marzo) scadrà l’opzione che la Fiorentina si era riservata per rinnovare il contratto di Sousa: la certificazione formale di un divorzio già consumato da tempo, nonostante il patto d’onore esposto in pubblico.