Giornata di grandi rivincite quella di ieri a Cagliari.
Al di là di Tello che sembrava Joaquin, di Kalinic che sembrava Toni, di Olivera che sembrava un terzino sinistro o di un portiere che parava, mi vorrei concentrare su Bernardeschi.
Io che sono un critico di natura, un rompicoglioni nato, l’esempio esatto del “rosicone” da tastiera l’ho sempre difeso fino a oggi, unico individuo di una rosa di individui che non ho mai sottratto a feroci appunti.
Sono tanti anni che non possiamo sfoggiare un calciatore di questo livello tecnico proveniente dal nostro vivaio. Non ho statistiche e vado a memoria e posso sbagliare, ma l’ultimo di un certo livello è stato Flachi. Stiamo parlando di quasi 25 anni fa. In 25 anni tanti altri buoni giocatori di Serie A, ma mai nessuno di questo livello.
E quello che mi ha sempre convinto a schierarmi al fianco di questo ragazzo sono stati il suo impegno e le sue dichiarazioni ai microfoni.
L’impegno è un aspetto discutibile, mi rendo conto. Soprattutto vedendo quel che ha fatto nelle scorse partite. Però questo è un 22enne che veniva da tante reti fatte a Crotone e da un bel legamento fracassato e gli è stato chiesto di ripartire a fare il fluidificante di fascia destra. Non ha mai obiettato niente, ci si è messo e si è pure conquistato la nazionale. Ci poteva stare un piccolo calo all’inizio di quest’anno, considerando poi anche il poco riposo avuto in estate.
Ci sono altri calciatori che se li metti 5 metri più indietro o più avanti di come sono abituati si incazzano subito, lui ha fatto quasi il terzino per un anno senza fiatare.
Ricordo Banega appena arrivato all’Inter. Buon giocatore, ma mica stiamo parlando di Messi. Inserito per una gara da regista sulla linea mediana a fine partita tuona contro De Boer: “io sono una mezza punta”.
Bernardeschi anche ieri, a metà primo tempo, quando poteva togliersi tutti i sassolini del mondo a precisa domanda (“ti trovi meglio in questo ruolo?”), risponde: “io mi trovo bene in tutti i ruoli, io gioco dove vuole il mister”.
Trovatemelo un ragazzotto che dopo un anno da terzino, dopo un anno in fisioterapia, dopo che il tuo allenatore diceva che avevi problemi dentro e fuori dal campo (dichiarazione molto infelice) continua a non sbagliare mai un’intervista, a non farsi mai “beccare” in situazioni anomale (tipo qualche scazzottata o qualche patente ritirata, cose all’ordine del giorno oramai).
Sono dei privilegiati, sono pieni di donne e di soldi, sono ragazzini, tutto vero.
Ma se c’è qualcuno che aveva bisogno di un briciolo di comprensione in più era lui, un ragazzo del nostro vivaio. Una cosa troppo rara per essere messa al pari degli altri.
Fatemi capire, c’è gente che chiede di aspettare Tello e Ilicic… Non potevamo aspettare un pochino Bernardeschi? Uno che sulla linea degli attaccanti (sua zona di campo naturale) non era stato fatto giocare praticamente mai?
Forza ragazzo. Trova continuità e diventa il capitano di questa squadra.
Dario “Ghebbe”