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Preso dalla Juventus a 10 milioni, Portanova condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo
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Preso dalla Juventus a 10 milioni, Portanova condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo

Redazione

8 Dicembre · 08:21

Aggiornamento: 8 Dicembre 2022 · 08:21

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Il giorno dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato con il rito abbreviato a sei anni di carcere per violenza sessuale di gruppo, il centrocampista del Genoa, Manolo Portanova ha ripreso la sua attività allenandosi insieme ai compagni. Si è presentato al campo sportivo e ha regolarmente pres parte al lavoro agli ordini del nuovo tecnico rossoblù, Alberto Gilardino. Alla presentazione dell’allenatore, ieri, i due non si erano visti perchè Portanova era a Siena per la sentenza.

Il giocatore, come prevede la legge, può continuare al momento la propria vita da uomo libero in quanto si tratta di una sentenza di primo grado. Per il centrocampista non ci saranno restrizioni alla libertà e dunque continuerà ad essere un calciatore professionista agli ordini contrattuali del suo club. Dal centro Signorini sull’argomento non filtra alcun commento, gli allenamenti sono comunque a porte chiuse e quale sia stata l’accoglienza dei compagni dopo la condanna è argomento tabù.

Gilardino, dopo l’ultima sgambata mattutina, stilerà la lista dei convocati per la gara pomeridiana contro il Sud Tirol e appare probabile che il giocatore possa comunque essere inserito nella lista. Sulla sua presenza in campo però ci sono tanti dubbi. Potrebbe restare in panchina o finire in tribuna. Devono essere valutate da un lato le condizioni psicologiche del giocatore e dall’altro l’opportunità di farlo scendere in campo. Solo di fronte a una sentenza passata in giudicato il club rossoblù potrà invece prendere una decisione diretta su un giocatore sul quale la precedente proprietà ha investito dieci milioni e che era considerato uno dei giovani più interessanti del panorama nazionale, oltre che azzurro dell’Under 21.

La Gazzetta dello Sport racchiude le principali domande che si stanno probabilmente ponendo in queste ore i tifosi genoani dopo la condanna in primo grado con il rito abbreviato di Manolo Portanova a sei anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo, insieme a suo zio (stessa condanna), a un amico (che ha scelto invece il rito ordinario: il processo partirà a febbraio) e al fratello del giocatore genoano, all’epoca dei fatti minorenne. E che, quindi, verrà giudicato dal Tribunale dei Minori di Firenze.

Perché Portanova ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato?

La decisione di optare per il rito abbreviato è figlia di una precisa scelta fatta tempo addietro dallo stesso giocatore in accordo con il suo legale, l’avvocato Gabriele Bordoni, non certo perché in questo modo si intendesse a priori riconoscere la colpevolezza del suo assistito. Al contrario, l’unico scopo era quello di abbreviare i tempi del giudizio, evitando quella sovraesposizione mediatica, anche alla luce di una tempistica ben più lunga, che fatalmente avrebbe accompagnato la vicenda, nel caso in cui il giocatore avesse scelto (come l’amico indagato per il medesimo episodio) di essere giudicato con il rito ordinario.

Quali sono adesso i possibili scenari?

Il legale di Portanova attende ora di conoscere le motivazioni della sentenza, che verranno depositato entro i prossimi novanta giorni, poi verrà valutata l’ipotesi – molto probabile, al momento – di fare ricorso in Appello. E – ma qui i tempi sono più lontani – avendo a disposizione anche l’eventuale possibilità della Cassazione. Sino al termine del terzo grado di giudizio, ricordiamo, vale la presunzione di innocenza per il calciatore genoano. I tempi? Il pm, invece, non può fare appello in caso di processo con la formula dell’abbreviato. Per chiudere la vicenda, adesso, è lecito pensare che passeranno indicativamente ancora almeno fra i dodici e i diciotto mesi.

Quale è stato il fatto oggetto delle indagini e quali le principali prove prodotte nel processo?

La violenza denunciata dalla ragazza all’epoca ventunenne, si è verificata nella notte del 30 maggio 2021, in un’abitazione privata di Siena, in cui lei avrebbe dovuto incontrare Portanova. Poi, però, all’incontro fra i due si sono palesati anche altri tre soggetti. Portanova ha sempre parlato di rapporto consenziente. Una versione, però, smentita dalla giovane, che in seguito all’accaduto è stata refertata in ospedale con trenta giorni di prognosi. Ma i danni psicologici da lei subìti si sono protratti invece nel tempo. Le indagini hanno poi riguardato anche accertamenti tecnici sui telefoni cellulari dei soggetti indagati. Proprio per evitare alla ragazza ulteriori traumi, quando il 25 luglio scorso è stata ascoltata in Tribunale a Siena, l’audizione in forma protetta è avvenuta solo via audio, presenti tutti i legali, evitando invece un contatto visivo fra le parti.

Portanova ha già dovuto scontare un periodo di pena detentiva?

Il giocatore rossoblù è stato messo agli arresti domiciliari nel giugno 2021, subito dopo la denuncia della giovane. Ma, successivamente, ha ottenuto un permesso dal giudice di poter riprendere l’attività agonistica. Quindi, ha raggiunto Genova per sottoporsi alle visite di idoneità di inizio stagione e, a seguire, si è spostato in Austria dove la squadra rossoblù era in ritiro precampionato.

Ora a livello calcistico, Portanova può continuare l’attività agonistica?

Assolutamente sì. La condanna non è definitiva, quindi Portanova può sicuramente proseguire gli allenamenti con il Genoa sino al termine eventuale dei tre gradi di giudizio. Riguardo, invece, alle convocazioni per le partite ufficiali, la decisione spetta al club e all’allenatore, come avviene normalmente per qualsiasi altro tesserato alla vigilia di qualunque gara. Va ricordato, però, che persino domenica scorsa, a quarantotto ore dalla sentenza di primo grado, Portanova è sceso regolarmente in campo al Ferraris contro il Cittadella. E la stessa cosa aveva fatto sin da quando è scoppiato il caso.

Quale è la posizione ufficiale del Genoa?

Il club rossoblù non ha mai preso, neppure nei mesi passati, una posizione ufficiale e pubblica sulla vicenda. Innanzitutto perché, come detto, Portanova ad oggi non può considerarsi colpevole e poi perché andrebbero eventualmente valutati con attenzioni tutti i complessi aspetti legali correlati a un’eventuale condanna definitiva del calciatore.

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