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Pasqual: “Sousa non mi ha detto in faccia la sua scelta. Il ricordo piu bello e la fascia revocata…”
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Pasqual: “Sousa non mi ha detto in faccia la sua scelta. Il ricordo piu bello e la fascia revocata…”

Redazione

18 Maggio · 13:41

Aggiornamento: 18 Maggio 2016 · 13:42

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Conferenza stampa di addio alla Fiorentina per Manuel Pasqual. Ecco le parole del capitano viola:

 

“Non mi sono preparato nulla, è giusto andare a braccio. Voglio ringraziare la società ed i Della Valle per avermi permesso di fare uno dei più bei lavori al mondo, quello di giocare al pallone. In questa città ho messo radici, sono nati i miei figli per cui ringrazio anche tutta la città ed i tifosi. Domenica 8 maggio è stata una giornata particolare. Mi aspettavo sì un saluto ma non un “casino” così: è stato davvero un colpo al cuore. Un tributo così è stato qualcosa di eccezionale. La mia faccia dava bene l’idea di quello che provassi. Ho un unico rimpianto in tutto ciò: quello di non poter dire di aver fatto tutta la mia carriera in A con la Fiorentina. Questo rimpianto è legato anche al fatto di non aver vinto nulla. Anche se non ho alzato alcun trofeo sono entrato nel cuore della gente e questo mi fa andare via col sorriso. Ringrazio tutti i compagni di squadra che si sono succeduti qui dal 2005 ad oggi. Tutti mi hanno dato qualcosa da portarmi dietro. Colgo l’occasione per salutare Luca Toni che ha deciso di smettere: mi dispiace tanto per lui, perché è sempre riuscito a fare gol”.

Sul perché non è stato rinnovato il suo contratto: “Nel calcio di oggi, i giocatori non restano solo per il volere della società: speravo di finire la mia avventura qui. L’anno scorso ho trovato poco spazio e ad ottobre non ero contento perché mi sentivo spazio. Il comparto tecnico mi disse che se non ero felice potevo anche andar via, se avessi trovato una soluzione. Alla fine c’era una squadra che mi voleva ma il presidente ADV mi disse che dovevo restare qua perché mi stimava. Dovevo capire quale fosse il mio ruolo dentro la squadra: se avessi fatto 10-12 partite avrei accettato, ma se devo essere considerato o un peso preferisco andare via, anche se la società mi ha fatto capire che gli dispiaceva. Il presidente mi ha fatto capire che non rientravo più nel progetto tecnico. Mi dispiace solo che questa decisione non mi sia stata detto in faccia da chi ha fatto questa scelta. Spero che questo mio saluto sia un arrivederci”.

Sul ricordo più bello che si porta dietro di questi 11 anni in viola: “Ce ne sono tantissimi di ricordi belli: nel primo anno grazie alla Fiorentina 2005/2006 sono riuscito a raggiungere la Nazionale, ma anche i preliminari di Champions sono stati belli. Direi che l’immagine più bella di me è quella dell’esultanza con l’abbraccio ai tifosi dopo il gol in semifinale di Coppa Italia contro l’Udinese”.

Sulla fascia da capitano tolta: “Non mi è mai stato detto che mi sarebbe stata tolta la fascia, l’ho appreso solo dalle distinte. E’ stato l’allenatore a decidere, è giusto che spieghi lui il perché di questa scelta. Un capitano deve rappresentare la propria squadra dentro e fuori dal campo. Ero convinto di poter essere l’uomo giusto per quel tipo di ruolo. Spero che non mi sia stata tolta la fascia per il mio carattere: vado fiero del mio carattere”.

Se c’è qualcosa in ponte lui e l’Empoli: “Solo una settimana fa ho saputo che dovevo cambiare squadra, quindi non ho ancora preso alcuna decisione. Sceglierò con gran calma tutte le offerte”.

Su cosa ha detto ai figli circa il suo addio a Firenze: “Fare questo lavoro ha i suoi pro ed i suoi contro: il problema è stato dirlo al bimbo più grande, che è nato qui e sente Firenze come casa sua. Domenica allo stadio mio figlio si è reso conto di quello che provato. In generale, non è stato semplice comunicare questa cosa”.

Se si sente di dare qualche consiglio a Gonzalo Rodriguez: “Non voglio dargli consiglio: io ho sempre cercato di prendere il meglio da tutti i capitani che ho avuto, non mi piace dire quello che Gonzalo deve fare. Gonzalo sa bene cosa deve rappresentare il Capitano per Firenze, visto che vieni sempre accomunato a IL Capitano, ovvero Giancarlo Antognoni. Secondo me ci sono giocatori che meriterebbero il mio numero: spero che lo prenda Davide Astori, perché di carattere assomiglia a me”.

Sul rappoto con Sousa: “A me dispiace solo che – se quella di mandarmi via è stata una decisione del mister – non me lo abbia detto in faccia. Spero che Sousa riesca a fare bene perché dal prossimo anno avrà un tifoso in più”.

Su un suo eventuale futuro alla Fiorentina: “Io spero che ci sia la possibilità di tornare a lavorare per questa squadra per mettere a disposizione il mio bagaglio d’esperienza. Non ho ancora le idee chiare perché mi vedo ancora giocatore. Non mi sono posto obiettivi ancora. Lavorare per questa società mi piacerebbe perché è una società sana e seria”.

Sulla speranza di un trofeo: “Sicuramente con la vittoria di un trofeo si riuscirebbe ad avvicinare più persone allo stadio”

Su che Fiorentina lascia e quali sono le sensazioni per il futuro: “Ho sempre detto che era difficile fare meglio degli anni precendeti. Lascio sicuramenre una base solida, con dei “vecchi” che faranno il loro e con la società che inserirà di certo dei giocatori validi per portare la Fiorentina sempre più in alto. Per quest’anno ci mangiamo le mani per la stgione che abbiamo fatto, soprattutto in Coppa Italia. Lascio però una buona squadra, in mani importanti, di una proprietà seria. Il tifoso fa bene a chiedere sempre qualcosa in più”.

 

 

 

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