Frecciarossa Dodo è una delle poche cose belle che la Fiorentina si riporta a casa dal derby di Empoli. Arretrato dalla posizione di esterno sulla linea di mezzo a terzino aggiunto, il brasiliano è stato capace di strisciare avanti e indietro sulla sua fascia un numero infinito di volte. Idee e percussioni, una via l’altra, spesso però (e purtroppo) disattese nella collaborazione dei compagni. Dodo ha corso come un matto, incrociando e vincendo spesso (se non addirittura sempre) l’uno contro uno con Pezzella. Palloni rincorsi, recuperati e ripartenze: Frecciarossa Dodo ha provato a innescare Colpani, ha cercato il dialogo con Kean, ha tagliato verso l’area dell’Empoli e lo ha fatto mantenendo una lucidità di manovra che nel match di ieri è stata merce rara nel lavoro della squadra di Palladino. Ora resta da capire l’autonomia con cui il brasiliano andrà e continuerà a mettersi sulle spalle il gioco della Fiorentina, perché, oltre al derby di Empoli, Dodo era stato fra i migliori della formazione viola in quasi tutte le precedenti partite. Anzi, partendo dalla linea a cinque con cui Palladino aveva installato la squadra dalla difesa a tre, Frecciarossa si era distinto per un inizio di stagione a trecento all’ora e con la prospettiva di contribuire al gioco e ai risultati della Fiorentina anche cercando la porta e la finalizzazione. Mano male che c’è Dodo, insomma. Ovunque lo metti o giochi. Gli schemi? Materia inutile per un Frecciarossa. Lo scrive La Nazione.
Repubblica: “Gara da tanti sbadigli, confusione ed errori. Dopo tre mesi il gioco non si vede”