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Nazione: “O la società a gennaio interviene in modo massiccio o si rischia di dover “scegliere” l’obiettivo”
Rassegna Stampa

Nazione: “O la società a gennaio interviene in modo massiccio o si rischia di dover “scegliere” l’obiettivo”

Redazione

9 Novembre · 10:16

Aggiornamento: 9 Novembre 2024 · 10:16

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Tutti titolari? Non proprio, alcuni lo sono più di altri

Per Raffaele Palladino sono tutti titolari, normale che sia così. Eppure dopo la partita di Conference League a Cipro è apparso evidente che alcuni lo sono più di altri. La differenza, pur con qualche eccezione, è balzata agli occhi in modo chiaro. E’ poi c’è una verità certificata dal campo: l’assenza di Gudmundsson è più pesante di quanto si possa pensare. Ma sarebbe banale e semplicistico tradurre la necessità di ‘rotazioni’ del tecnico solo con l’assenza di Gud e di qualche altro (Kean non è un riferimento a caso). Chiudiamo il discorso sull’islandese spiegando che, tra infortuni vari, ha giocato solo 234′ su 1440 disponibili nelle 16 partite ufficiali dei viola. In così poco tempo a disposizione ha fatto vedere perché averlo o meno in campo fa la differenza. 

Detto questo il tecnico viola ha dovuto fare scelte inevitabili, dando fondo a tutte le rotazioni possibili, obbligate o meno, ma indispensabili per preservare un rosa che mostra due volti, se non tre. Già, perché Palladino ha a disposizione una serie di giocatori ‘indispensabili’, quindi di ‘titolari B’ e infine di alcuni in cerca di una legittimazione all’interno della squadra della propria dimensione. In bilico, cioè tra i primi e i secondi. Probabilmente più vicini ai secondi che agli ‘indispensabili’.

Non solo. A oggi la squadra formata dai titolarissimi (o indispensabili) ha guidato la Fiorentina al terzo posto in classifica e per gli impegni così ravvicinati non può essere usurata, ma messa in modalità risparmio energetico, anche per evitare possibili contrattempi (come nel caso di Gud). Troppo ghiotta la possibilità di rimanere agganciati al treno che porta alla competizione più bella (e ricca) per mettere tutto a repentaglio.

Si potrebbe obiettare che la Conference è comunque una competizione che dà prestigio. Vero. Ma delle due l’una: o la società decide di intervenire in modo massiccio – leggi un innesto per reparto – sul mercato di gennaio, oppure ‘spiega’ a Palladino che l’Europa più bella è una priorità e dunque il cammino europeo secondario deve essere onorato fino in fondo, senza però rischiare. E per rischi si intende proprio quelli legati agli infortuni. Tutti gli scongiuri di rito sono autorizzati, ma è la ‘super usura’ che genera possibili contrattempi che la Fiorentina, in generale, e Palladino, in particolare, vuole esorcizzare il più possibile. Questo non vuol dire abbandonare la competizione o magari la Coppa Italia. Non sarebbe giusto, ma è necessario scegliere le priorità. Soprattutto adesso. La Champions League genera ricavi per i viola impensabili e la squadra ha legittimato la sua aspirazione con gare di spessore. Le indicazioni del campo sono state chiare e non possono essere sottovalutate. Sarebbe un errore imperdonabile. E questo la Fiorentina, nel suo complesso, lo sa perfettamente. Lo scrive La Nazione. 

Repubblica: “La Fiorentina cerca equilibrio tra turnover e mercato. Segnali di speranza da Ikoné”

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