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Leonardo: “Gli americani comprano i club ma non conoscono storia, contesto e tradizione del club”
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Leonardo: “Gli americani comprano i club ma non conoscono storia, contesto e tradizione del club”

Redazione

11 Ottobre · 20:15

Aggiornamento: 11 Ottobre 2024 · 20:15

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Leonardo si trova a Trento al Festival dello Sport organizzato da La Gazzetta. Il suo pensiero sul momento attuale del calcio

Torna a parlare Leonardo Nascimento de Araujo, ex dirigente e allenatore di Milan e Inter. Lo ha fatto al Festival dello Sport di Trento, dove si è espresso su come vengono gestite le società calcistiche al giorno d’oggi. Queste le parole del brasiliano.

“Ci sono diverse modalità di investimento. Io credo nei progetti a lungo termine, anche se nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due-tre anni e in questo mondo è difficile fare un progetto a breve termine anche perché tanti investitori speculano. In dieci anni il Psg ha saputo costruire un brand solido. Per esempio, invece, il Milan ha cambiato in dieci anni ben quattro proprietari: così è difficile costruire progetti funzionanti. Sono sempre più rari i casi di presidenti che riescono a gestire un club per molti anni. Se ripenso alla mia esperienza, è iniziata con Silvio Berlusconi, un uomo importante per il calcio e l’Italia”.

“Negli ultimi anni molti fondi americani hanno deciso di investire in Italia e in Europa sul calcio, essendo più economico e vantaggioso rispetto a farlo in patria. A questi fondi, però, manca spesso un management di alto livello, non ci sono quei manager adeguati. È difficile lavorare se non conosci il contesto della città, la tradizione e la storia del club in cui ti trovi, diventa difficile costruire un progetto per la squadra. Se guardiamo alla situazione attuale del calcio non si è ancora arrivati a una situazione concreta di lungo termine. Non ho ancora visto un’organizzazione migliore rispetto a quelle del passato. Per quanto mi riguarda, non mi ritengo un grande manager, ma solo un ex buon giocatore. Però nel corso degli anni ho imparato parecchie cose sul management del calcio. Multiproprietà? Non sono un loro grande fan. Già gestire un club è complicato, figurati più di uno. Con le multiproprietà non c’è ritorno di denaro e si toglie l’opportunità ad altri di investire: nasce così un monopolio pericoloso”, ha detto.

“Fonseca è l’uomo giusto per il Milan? Chi sono io per dirlo… Ha appena cominciato e tutti gli allenatori hanno bisogno di tempo, sembra una cosa banale ma è così. Se tornerei al Milan da dirigente? Io sto bene a casa, non ho molta intenzione di tornare nel calcio come ha fatto prima. Come allenatore sicuramente è fuori discussione, ma neanche come direttore sportivo, dopo aver finito con il PSG ho deciso che avrei preso un’altra strada che sicuramente sarà nel calcio, perché è la mia vita, ma in una modalità diversa. Su Ibrahimovic e sul nuovo ruolo diciamo che non rispondo”.

L’evento a cui Leonardo ha partecipato si è tenuto al Teatro sociale di Trento: si trattava del “Football Business Forum”, un panel internazionale sul mondo del calcio e sulla gestione dei club presente nel folto programma del Festival dello sport di Trento organizzato da La Gazzetta dello Sport. Tale panel è stato organizzato in collaborazione con l’Università Sda Bocconi di Milano. Vi hanno presenziato il presidente del Torino e di Rcs MediaGroup, Urbano Cairo, il presidente della Liga, Javier Tebas, quello del Porto, André Villas-Boas, il proprietario del Lilla, Alessandro Barnaba, il presidente del Marsiglia, Pablo Longoria, Edwin van der Sar, ex dirigente dell’Ajax, e Stefano Caselli, Dean della Sda Bocconi School of management. Lo scriva Calciomercato.com

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