Nel calcio europeo, dove i dettagli fanno la differenza, l’esperienza può trasformarsi in arma letale. E Manuel Pellegrini lo ha dimostrato ancora una volta.
All’inizio del primo tempo supplementare di Fiorentina-Betis, con il punteggio in bilico e la qualificazione in ballo, il tecnico cileno ha tirato fuori dal cilindro una scelta inaspettata quanto brillante: ha inserito Aitor Ruibal, terzino destro di ruolo, al centro dell’attacco. Una decisione coraggiosa e fuori dagli schemi, che ha subito cambiato l’inerzia della partita.
Proprio da un suo movimento è nata l’azione che ha portato al gol del 2-2, ancora una volta firmato da Ez Abde — lo stesso marcatore dell’andata — che si conferma uomo chiave nella doppia sfida contro la squadra di Palladino.
La lettura del momento da parte di Pellegrini è stata molto lucida: con una Fiorentina stanca, il tecnico ha capito che serviva qualcosa di imprevedibile per rompere l’equilibrio. Infatti, Ruibal ha subito messo in difficoltà i meccanismi difensivi dei viola, ha dato nuove energie alla manovra offensiva del Betis e ha soprattutto servito la grande palla ad Antony in occasione del 2-2.
A questo va aggiunto che Pellegrini avrebbe anche avuto a disposizione un attaccante di ruolo in panchina, ovvero il giovane classe 2006 Pablo Garcìa, unica vera alternativa a Bakambu vista l’esclusione dalla lista Uefa dell’acquisto di gennaio Cucho Hernández.
Insomma, ancora una volta, Pellegrini ha dimostrato la solidità della sua esperienza: ha saputo leggere la partita, adattarsi alle condizioni e trovare soluzioni efficaci anche in una situazione d’emergenza. A 71 anni, la sua capacità di gestione resta un punto di forza. Il pareggio del Betis e la successiva qualificazione passano anche da quella scelta tattica. Un terzino spostato al centro dell’attacco, un’intuizione concreta che ha portato a un gol decisivo: una decisione lucida, firmata Manuel Pellegrini.