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La Fiorentina fa visita alla capolista, costruzione dal basso e reparti stretti il credo di Pioli
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La Fiorentina fa visita alla capolista, costruzione dal basso e reparti stretti il credo di Pioli

Marzio De Vita

28 Novembre · 12:53

Aggiornamento: 28 Novembre 2020 · 13:20

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Gli umori di Milan e Fiorentina non potrebbero essere più agli antipodi di così: i rossoneri continuano a guidare la Serie A, con due punti di vantaggio sul Sassuolo, tre dalla Roma e quattro dalla Juventus; i viola, nonostante il cambio in panchina con il ritorno di Prandelli, hanno perso in casa contro il Benevento e hanno collezionato solamente un punto nelle ultime tre giornate. La sfida di domenica 29 novembre, in programma alle 15 a San Siro, è vitale per la Fiorentina.

I PRECEDENTI
Le due squadre si sono affrontate 160 volte in Serie A: 72 vittorie del Milan, 44 pareggi e altrettanti successi dei viola. I precedenti sono in favore del Diavolo, dunque, ma negli ultimi anni i viola hanno saputo mettere i bastoni fra le ruote al Milan: nelle ultime 18 partite sono arrivate 7 vittorie della Fiorentina, 6 pareggi e 5 successi rossoneri. E i toscani sono riusciti a vincere negli ultimi due scontri diretti giocati a San Siro: non arrivano a tre consecutivi dal 2013.

CURIOSITÀ
Solo la Juve (in 78 occasioni) ha battuto più volte la Fiorentina in Serie A rispetto al Milan; i rossoneri però hanno vinto solamente cinque delle ultime 18 partite contro la squadra oggi allenata da Prandelli in Serie A (6N, 7P), dopo aver ottenuto ben sette successi consecutivi tra il 2008 e il 2011. Fiorentina che ha vinto le ultime due trasferte a San Siro conto i rossoneri in Serie A. Il Milan va a segno da 28 match di campionato, solo una volta nella sua storia in Serie A ha trovato il gol in 29 partite di fila: tra il dicembre 1972 e il dicembre 1973. Questa è la seconda volta nell’era dei tre punti a vittoria in cui il Milan ottiene almeno 20 punti nelle prime otto giornate di Serie A: la precedente nel 2003/2004, quando poi a fine stagione vinse lo scudetto. Fiorentina che proverà a mettere fine alla striscia di imbattibilità del Milan che, con l’Atletico Madrid, è una delle due squadre ancora imbattute nei cinque maggiori campionati europei da quando si è ripreso a giocare dopo lo stop forzato primaverile.

IL MODULO DEL MILAN DI PIOLI

SISTEMI DI GIOCO

Sistema di gioco base: 4-4-2

Sistema di gioco in fase di possesso: 2/4-1-3

Sistema di gioco in fase di non possesso: 4-2-3-1

FASE DI POSSESSO
Possesso in zone basse del campo: il Milan privilegia uscite corte effettuate grazie alla presenza dei due difensori centrali che si allargano e uno dei due mediani (prevalentemente Bennacer) che si abbassa per favorire il palleggio. I terzini avanzano garantendo ampiezza alla squadra e un eventuale passaggio sulle zone laterali del campo.

Possesso in zone medie del campo: all’altezza di metà campo il portatore della palla ha diverse soluzioni: centralmente l’altro centrocampista centrale (Kessiè) mantiene una posizione tale da poter garantire un passaggio semplice a chi è in possesso del pallone; sulla fascia destra l’esterno di centrocampo (Castillejo) si fa trovare sempre molto alto e defilato, in questa zona il giocatore Spagnolo può sfruttare le sue abilità nell’uno contro uno e le sovrapposizioni del terzino (Conti) molto propositivo in fase offensiva; sulla fascia sinistra i rossoneri cercano di non dare punti di riferimento agli avversari, qui avviene uno scambio di posizioni tra l’esterno sinistro di centrocampo e una delle due punte (quasi sempre Leao). In questo modo, il giocatore portoghese ha la possibilità di valorizzare la sua velocità sulla fascia e al tempo stesso  va ad occupare la trequarti di campo, zona in cui riesce a dare sostegno in fase di rifinitura viste le sue grandi doti tecniche. Sulla fascia sinistra fornisce un grande contributo anche il terzino sinistro (Hernandez) che grazie alla sua grande velocità riesce a essere determinante sia in fase difensiva che in fase offensiva.

Possesso in zone alte del campo: la manovra offensiva del Milan si conclude spesso tramite cross dal fondo, in questa situazione i giocatori che attaccano l’area di rigore sono: la punta centrale (Ibrahimovic), punto di riferimento offensivo per tutta la squadra; l’esterno sinistro che si trova in zona centrale grazie allo scambio di posizione con Leao; l’esterno destro (Castillejo), solo se il cross proviene dalla fascia sinistra. Abbastanza frequentemente anche Leao riesce ad occupare il centro dell’area di rigore, questo avviene grazie alla qualità del terzino (Hernandez) in grado di effettuare numerosi cross dalla parte sinistra del campo. Un’alternativa a questo tipo di conclusione è rappresentata dall’appoggio sul riferimento centrale (Ibrahimovic), che esce dalla sua zona di competenza per effettuare sponde per i compagni vicini, o per concludere sfruttando al meglio le sue doti balistiche.

FASE DI NON POSSESSO
Non possesso in zone alte del campo: il primo pressing viene effettuato dalle due punte (Ibrahimovic e Leao) e dall’esterno destro (Castillejo), questi tre giocatori escono alti in pressione sul portatore di palla avversario, invece, l’esterno sinistro ha il compito di coprire le linee di passaggio sul regista avversario. Questa soluzione di pressing indirizza lo sviluppo della manovra avversaria sulle corsie laterali.

Non possesso in zone medie del campo: la fase difensiva del Milan, superati i due attaccanti, è caratterizzata da molta densità nella zona centrale e da uscite aggressive dei terzini quando il portatore della palla è sulla fascia. La densità in mezzo al campo è possibile grazie alla presenza dei due centrocampisti centrali (Kessiè e Bennacer) e dal rientro dei due esterni di centrocampo, la linea a quattro che si viene a formare rimane stretta e indietreggia garantendo compattezza alla squadra e chiudendo gli spazi tra le linee.

Non possesso in zone basse del campo: i due difensori centrali (Romagnoli e Kjaer) effettuano una marcatura a uomo sugli attaccanti centrali avversari, quando la palla è sull’esterno uno dei due terzini si sgancia dalla linea per effettuare pressione mentre l’altro si stringe avvicinandosi ai centrali e garantendo un uomo in più in marcatura a centro dell’area. Inoltre, all’interno dell’area di rigore uno dei due centrocampisti centrali (prevalentemente Kessiè) ha il compito di infoltire la zona centrale e seguire eventuali inserimenti dei centrocampisti avversari.

TRANSIZIONI OFFENSIVE
L’atteggiamento della squadra dopo aver riconquistato la palla risulta essere nella maggior parte dei casi propositivo. Spesso, in seguito a un nuovo possesso, viene cercato l’attaccante centrale (Ibrahimovic) dotato di ottime capacità fisiche e tecniche, contemporaneamente i due esterni assieme all’altro attaccante centrale locercano la profondità

TRANSIZIONI DIFENSIVE
Le transizioni difensive del Milan risultano essere molto efficaci in qualsiasi zona di campo. Dopo aver perso palla, i giocatori hanno il compito di ostruire le vie di passaggio attraverso cui possa nascere un rapido contropiede. Così facendo, le squadre avversarie, per evitare di perdere il possesso palla appena conquistato, opteranno per una serie di passaggi sicuri tramite i quali difficilmente nasceranno ripartenze fulminee, questo garantirà ai giocatori del Milan il tempo per recuperare la posizione.

GIOCATORE CHIAVE: ZLATAN IBRAHIMOVIC
Per rendersi conto della forza di questo calciatore, basti pensare che è uno dei pochi giocatori ad aver segnato 4 goal in una sola partita di Champions League e ad aver segnato con tutte le 6 squadre in cui ha militato in tale competizione.
Le qualità calcistiche si racchiudono in una elevata tecnica, in un palleggio sopraffino ed in una straordinaria forza fisica che gli permette di proteggere adeguatamente il pallone.

Nonostante la sua alta statura, è dotato di una grande agilità derivante dalla pratica in giovane età del taekwondo, arte marziale della quale è cintura nera. Dispone inoltre di un potente tiro, che ne fanno un grande finalizzatore, sia dentro che fuori l’area, e di un’ottima visione di gioco che gli permette di smarcare e servire assist per i suoi compagni di gioco.

Nato in Svezia dai genitori jugoslavi, si afferma giovanissimo nei campionati svedesi per passare nel 2001 nell’Ajax, dove si affermerà grazie all’allenatore Koeman. Resterà in Olanda fino al 2004, realizzando 46 goal in poco più di 100 presenze e facendo esordio e segnando le prime reti in Champions League. La Juventus lo fa approdare in Serie A. Lo acquista, infatti, per 16 milioni di euro e diventa subito elemento decisivo ed insostituibile. Resterà per due stagioni, vincendo due scudetti, poi revocati, e segnando 26 goal in 92 presenze. Viene rilevato dall’Inter per quasi 25 milioni di euro e anche qui farà man bassa di trofei e reti realizzate.

Nel 2009 passa al Barcellona dove le sue prestazioni non risultano però sui livelli degli anni precedenti. All’inizio della stagione calcistica 2010/11 ritorna in Italia, dove viene ceduto al Milan con prestito con diritto di riscatto. Firma un contratto quadriennale. Esplode di nuovo in tutta la sua potenza, ma si fa anche notare per il suo comportamento non proprio esemplare: si ricorda uno schiaffo durante un incontro con il Napoli. A luglio del 2012, approda in Ligue 1 nelle fila del Paris Saint-germain che versa 21 milioni di euro al Milan e pagherà 14 milioni di euro a stagione al calciatore.

GIOVANE PROMESSA: TONALI
Classe 2000, alto 181 cm e con una lunga militanza nel Brescia tra giovanili e prima squadra: Sandro Tonali è un centrocampista completo, che di base gioca come mediano ma che può essere impiegato anche in altre zone del campo, sempre al centro o come mezzala. Tra le sue caratteristiche tecniche migliori ci sono, ad esempio, l’intensità e la resistenza, unite ad una precisione nei lanci lunghi e a un’ottima visione di gioco. A Tonali piace parecchio ricevere il pallone per poi scaricarlo con sapienza ai compagni, oppure per partire con la sfera tra i piedi all’assalto dell’area avversaria. 

 Inoltre, Tonali, nonostante la sua giovane età sembra già molto esperto: in campo dimostra un’intelligenza matura, che gli permette di districarsi in situazioni difficili e di prendere spesso e volentieri la decisione giusta.

 Miglior assist-man del Brescia, nell’ultima stagione ne ha serviti sette ai suoi compagni di squadra. Batte i calci piazzati, calcia alla grande col destro ed è stato il faro del centrocampo del Brescia per tutta l’annata 2019-2020. Tonali ha dimostrato inoltre una forte personalità, che gli ha permesso di non sfigurare nel nostro campionato, anzi. Si è imposto in una “piccola”, ora sembra pronto per il grande salto. Tutto questo a soli 20 anni. 

 Ricorda Pirlo per la maglia del Brescia, il taglio di capelli e alcune delle sue caratteristiche, ma in realtà il giocatore preferito da Sandro era Gattuso. Per questo motivo, forse, il giovane classe 2000, ha imparato anche a difendere schermando la difesa e ingaggiando duelli spalla a spalla con gli avversari. 

 
Marzio De Vita

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