Questo un pezzo dell’articolo di Benedetto Ferrara che questa mattina troviamo sulla Repubblica:
“Quando è arrivato Sousa aveva messo le mani (nemmeno tanto) sul gioco di Montella, e tutto filava magicamente liscio. Il profeta di Bagno a Ripoli era stato abile a gestire il passaggio di consegne. Basta il carisma emozionale dell’ex giocatore che ha vinto e un attaccante croato che stende ogni portiere che si trova davanti.
Un anno dopo la Fiorentina è diventata una squadra maledettamente normale. I tifosi non chiedono di vincere lo scudetto, ma di vedere sul campo una squadra diversa dalle altre. Per spirito, entusiasmo, orgoglio e capacità di stupire.
La situazione in realtà viene sintetizzata in una domanda un po’ banale ma esplicativa: perché Sousa non esce da questa fobia delle due punte (in campionato) e inizia a rischiare qualcosina? Questo 3-4-2-1 a lui tanto caro è la fortuna di avversari che ormai conoscono le mosse del portoghese a memoria.
I dettagli del quotidiano spiegano la forza di Paulino, che con Corvino ha trovato un rapporto equilibrato, coscienti come sono entrambi che questa molto probabilmente sarà la sua ultima stagione alla guida della Fiorentina. E mentre nello spogliatoio circola da tempo il nome di Pioli, Sousa dovrà meditare sul gioco della sua squadra e su quella storia delle due punte. Anche perché lui dice che Ilicic è poco sostenuto dai media. Ma non è che lui, facendolo giocare quando va a due all’ora, lo sostenga un granché.