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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Ferrara: “Mancini se la prese con me perchè dissi che il merito della Coppa era di Terim”
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Ferrara: “Mancini se la prese con me perchè dissi che il merito della Coppa era di Terim”

Lisa Grelloni

20 Maggio · 22:09

Aggiornamento: 20 Maggio 2021 · 23:48

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Questa sera il primo ospite dell’appuntamento settimanale a Passione Fiorentina TV è Benedetto Ferrara:

Qual è l’aneddoto più curioso?

“Ne ho tanti. Io quest’anno porto in teatro due spettacoli, uno sarà un monologo tutto sulle storie della Fiorentina, il 22 luglio a Scandicci. Quella che io trovo veramente divertente è quando tanti anni fa mandai un sms con scritto “Amore ti aspetto a casa” solo che avevo sbagliato e dopo due minuti mi squilla il telefono ed era Vittorio Cecchi Gori e mi dice “Scusa amore chi?”. Ed ho mandato questo a Vittorio, una sciocchezza ma io ero imbarazzatissimo. Ho visto gli scontri con Baggio, la conferenza stampa del suo procuratore a spiegare perchè doveva andar via. L’idea che un agente si sedesse al tavolo della società a dettare una linea. Quei giorni furono difficili”.

Qual è il personaggio del mondo viola a cui sei stato più legato?

“A livello umano ho avuto rapporti civili con tutti, solo un allenatore (Mancini) se la prese con me ma era un periodo teso per tutti, poi la Fiorentina fallì. Avevo scritto che la Coppa Italia era merito di Terim. Io lo capisco chi fa sport a livello professionistico, sono permalosissimi. Giocano come se dovessero sempre vincere. I calciatori di Serie A guadagnano tanto, alcuni troppo, in un mondo che rischia il default. Passare dalle giovanili alla prima squadra non è uno scherzo, devi fare solo quello. Per dei ragazzi cresciuto in quel mondo è dedicargli la vita. Sono personaggi che sfidano, una sfida continua. Se ho un ricordo dolce di una persona, è Davide Astori, tratto umano veramente forte, quando lo incontravo salutava, sorrideva, molto gentile. Un’altra persona, buoni rapporti, anche Borja Valero, Gonzalo. Quando il calcio si apre un po’, i giocatori non sono tutti uguali, li vediamo in un mondo blindato. In realtà sono ragazzi che vengono da situazioni diverse, passioni diverse. Dipende molto dagli amori che trovano sulla strada, essendo ragazzi incontrano una ragazza che ha delle passioni, o ama viaggiare. Astori girava il modo a scoprire l’Oriente, il design. Il mondo del calcio è talmente popolare che è blindato. Poi alla fine l’aspetto umano viene sempre fuori quando smetti di giocare”.

Hai vissuto trent’anni di Fiorentina, com’è cambiata la piazza nel viverla? 

“E’ cambiato il mondo, la comunicazione. Il primo social della storia era il Chiosco degli Sportivi quando ero piccolo, o il Bar Marisa, sentivi il vociare dei tifosi che litigavano come fanno ora sui social, il concetto è lo stesso. Il flusso di notizie è talmente forte che genera anche alterazioni umorali. Se guardiamo la storia di Firenze sappiamo chi siamo, siamo belli, ambiziosi, il calcio è stato bello, la storia del calcio, Antognoni, Batistuta, Hamrin… e quindi siamo così. A volte non comprendiamo che dovremmo essere più umili, ci sono dei momenti che dobbiamo saper vivere. Pioli a Firenze, molti di noi lo guardavano come brava persona, ma che noi meritiamo di più. Ora dopo questi anni poveri, senza Europa, siamo un po’ impazienti. Il calcio di oggi si è allontanato dalla gente. Io andavo con Baggio a prendere il caffè, oggi è impensabile. Io mi posso permettere oggi di non andare alle conferenze stampe. Io nelle interviste cerco sempre 1 a 1, così altri miei colleghi. Le conferenze stampa spesso sono il nulla, è colpa del sistema. Difficilmente i giocatori ed allenatori ti dicono qualcosa di incredibile”.

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