Parlando dello scorso big match Fiorentina-Napoli giocatosi domenica alle 18, Labaroviola ha contattato Carmine Esposito, napoletano di nascita ed ex viola.
Buongiorno Carmine, quella scorsa è la stata tua sfida del cuore?
“Diciamo che da napoletano ho piacere che il Napoli faccia sempre bene, a maggior ragione ora che c’è il mio amico Luciano in panchina. A Firenze ho vissuto l’anno più prestigioso della carriera ed ho lasciato tanti amici”.
Cosa rappresenta per te Luciano Spalletti?
“Un grande allenatore, un amico, ma forse di più..come un fratello maggiore. Ci sentiamo ancora oggi a distanza di anni, l’ultima volta all’inizio del campionato..”.
Cosa vi siete detti?
“Gli ho detto che ha trovato la squadra giusta per lui. Luciano è un toscanaccio dal cuore buono, si porta dentro però anche l’essere scaramantico tipico dei napoletani. Per questo non lo chiamo ora che è primo in classifica..”.

Che partita è stata domenica pomeriggio?
“Me la sono goduta volentieri dal divano. La Fiorentina sarebbe la squadra più in forma della serie A, se non avesse avuto di fronte il Napoli. Italiano lo conosco bene, è un tipo che entra dentro la testa dei ragazzi, tanti giocatori sembrano rigenerati”.
È stata la sfida fra Vlahovic ed Osimhen, chi è più decisivo dei due?
“Sono due talenti incredibili, Vlahovic insieme ad Haland è al momento il più prolifico giovane d’Europa. Ma dico Osimhen perché sta portando il Napoli in paradiso”.
Hai vissuto un anno in maglia viola, che ricordi ti porti?
“Un anno che porto fra i ricordi più cari della carriera. Sono certo di aver giocato nella Fiorentina più forte degli ultimi quarant’anni, piena zeppa di campioni. Fossi stato più maturo non avrei chiesto di essere ceduto per giocare. Quell’anno eravamo fortissimi, senza l’infortunio a Batistuta avremmo sicuramente vinto Campionato e Coppa Uefa, ci buttarono fuori a Salerno in modo meschino e se ci ripenso mi arrabbio ancora”.
Hai saputo delle cattive condizioni di salute di Vittorio Cecchi Gori, che presidente è stato con te?
“Ho saputo e sono estremamente dispiaciuto, Vittorio mi ha voluto molto bene. Ero uno dei più amici di Bati ed a sua volta il presidente è sempre stato carino con me. Ha tenuto la squadra come una cosa di famiglia, presidenti così non ne esistono più”.
Marco Collini
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