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Esclusiva tifo, alla scoperta del VC CERBAIA 888: 12 anni d’amore viola da Baggio a Pepito Rossi
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Esclusiva tifo, alla scoperta del VC CERBAIA 888: 12 anni d’amore viola da Baggio a Pepito Rossi

Redazione

30 Maggio · 15:38

Aggiornamento: 30 Maggio 2020 · 15:38

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di Marco Collini

 

Oggi ai microfoni di Labaroviola.com abbiamo il presidente del Viola Club Cerbaia 888, Marco Pasqualetti.

Buongiorno Marco, come nasce il vostro club?

“Iniziamo dal nome, la data di fondazione risale all’otto agosto 2008′. Da lì la denominazione VC Cerbaia 888. Sono il presidente da quella data, mi aiutano nella gestione due cari amici come Lorenzo per la parte informatico-amministrativa, Maurizio per la biglietteria. All’inizio eravamo 15-20 appassionati che seguivano la partita al Franchi, più alcune trasferte”.

Su quanti soci potete contare ad oggi?

“Siamo circa 120. Nelle stagioni in cui la squadra giocava la Champions superammo la quota 200. Come nel caso della trasferta a Monaco col Bayern, in quella che diventò la sciagurata notte di Ovrebo”.

Allo stadio Franchi in quale settore siete soliti disporvi?

“Il nostro striscione è sempre esposto in Curva Fiesole nello spicchio verso la tribuna laterale. Esponiamo anche lo striscione FORZA E CUORE. Una parte dei nostri associati segue la viola dal settore di Maratona”.

Nell’ultimo anno come avete seguito la squadra?

“Noi come club organizziamo 3-4 trasferte l’anno. Poi unendoci ad altri gruppi riusciamo a seguire fino a 10-12 trasferte.
In più a Cerbaia sfruttiamo la pizzeria del Circolo Arci, sede naturale per cene di autofinanziamento. Lì davanti al maxischermo proiettiamo tutte le gare della nostra Fiorentina”.

Quando è stata la tua prima volta allo stadio con la sciarpa viola?

“Fu nella stagione 82/83, dalla Maratona ammiravo le gesta di Antognoni e Passarella. L’anno che seguì quella del MEGLIO SECONDI CHE LADRI..”.

Ti ricordi quel triste giorno?

“Certamente, stavo passeggiando con i miei familiari con la radiolina incollata, seguii con trepidazione quei 90′ a Cagliari, tanto sofferti che mi lasciarono l’attaccamento a vita al colore viola”.

Chi è il giocatore che ti è rimasto più nel cuore?

“Roberto Baggio. Fu il mio idolo da bambino. Lo incontrai anche all’esterno dell’hotel Certosa, fuori dalla sede dei ritiri prepartita di allora. La struttura si trovava vicino casa mia, ci arrivavo facilmente col motorino proprio quando Roby passeggiava all’esterno. Ebbi l’idea di farmi autografare un’adesivo allegorico anti-juventino. Ero pazzo dalla gioia quando rientrai a casa..”.

Come reagisti quando ci fu il suo passaggio ai nemici bianconeri?

“Non provai mai rancore per lui. Fu una decisione dell’allora proprietà Pontello, a cui non poté rifiutarsi. Ricordo la guerriglia che ci fu in Piazza Savonarola il giorno della cessione, avevo 15 anni e seguii il tutto con dolore sportivo”.

Qual’è il tuo ricordo più felice legato ad una partita?

“Senza dubbio la vittoria di Torino con la Juve; quel 2-3 con Papa Waigo e Osvaldo sugli scudi. Ed infine come non citare il 4-2 con la tripletta di Pepito che fece esplodere la città intera”.

Momento più brutto?

“La retrocessione del 92/93. Passare dal secondo posto a dicembre, al crollo vissuto fino all’ultimo turno in casa, nel quale la vittoria col Foggia non servì a niente”.

Ieri è arrivata l’ufficialità della ripartenza della serie A. Come vi ponete come gruppo?

“Siamo contrari, come del resto la Curva Fiesole ha manifestato col comunicato. Non ha senso riprendere, la vediamo come una forzatura solamente legata agli introiti da riscuotere dalle pay-TV”.

L’altra questione verte sullo stadio. Cosa ne pensi delle parole di Nardella, il quale spinge per il restyling del Franchi?

“Il Sindaco ha preso una svista. Siamo tutti legati al vecchio stadio Comunale ma nel 2020 ci meritiamo una struttura moderna, per le famiglie. E soprattutto facile da raggiungere”.

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