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Difesa, fiducia, Simeone e la fase offensiva. Ecco cosa va e cosa non va nella Fiorentina
Rassegna Stampa

Difesa, fiducia, Simeone e la fase offensiva. Ecco cosa va e cosa non va nella Fiorentina

Redazione

17 Settembre · 14:49

Aggiornamento: 17 Settembre 2018 · 17:02

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Ecco l’articolo del Corriere fiorentino su cosa va e cosa non va oggi nella squadra viola dopo queste prime 3 partite:

Cosa va nella Fiorentina:

Prima di tutto la classifica. Basandosi su una teorica tabella per l’Europa, la Fiorentina ha fatto il suo. Ha battuto Chievo e Udinese, e ha perso al San Paolo. I viola hanno gli stessi punti della Samp e (nonostante una gara in meno) ne hanno uno in più del Torino, fermato ieri dall’Udinese. Un altro elemento positivo sta nella maturità messa in campo da Pezzella e compagni.

Un aspetto, questo, emerso soprattutto nell’1-0 sull’Udinese e, nonostante la sconfitta, contro Insigne e soci. Pur soffrendo infatti, e davanti ai ripetuti attacchi azzurri, la Fiorentina non s’è mai scomposta. E poi la solidità. In tre partite Lafont e Dragowski hanno dovuto compiere soltanto sette parate, concedendo due gol di cui uno, quello del Chievo, a partita ormai totalmente archiviata e, anche al San Paolo, pur subendo i viola non hanno rischiato tantissimo.

In crescita, rispetto all’anno scorso, anche la precisione al tiro. Su 39 conclusioni totali, la Fiorentina ha centrato lo specchio in 22 occasioni. Siamo oltre al 50%. Bene anche Chiesa. Ha segnato all’esordio, ha regalato a Benassi l’assist decisivo con l’Udinese, e domenica è stato l’unico in grado di dar fastidio alla difesa del Napoli. È lui, il turbo nel motore di Pioli. Scontata la citazione per Benassi. Tre gol, e un’interpretazione del ruolo di centrocampista d’assalto sempre migliore. Infine il clima al netto della continua diatriba tra gli ultras e la proprietà. La maggioranza dei tifosi ha fiducia nella squadra allestita, il gruppo è forte, e Andrea Della Valle è sempre più presente.

Cosa non va nella Fiorentina

La Fiorentina, per esempio, fatica ancora a innescare il tridente soprattutto quando gli avversari si chiudono. Ci sta, avendo scelto un centrocampo più muscolare. Veretout ad esempio Al San Paolo ha fatto il suo esordio nel nuovo ruolo di regista, ma non ha convinto al 100%. Prevedibile. Prima di tutto perché a quattro mesi dall’ultimo impegno ufficiale la condizione non poteva che
essere precaria.

E poi il francese deve ancora migliorare nei tempi di gioco e nelle geometrie. Aspetti che influiscono sul gioco della squadra. È vero, la Fiorentina sta tirando abbastanza in porta ma raramente lo ha fatto con i suoi attaccanti e, in particolare, con Simeone. Il Cholito, statistiche ufficiali della Lega alla mano, ha all’attivo solo tre conclusioni.

Troppo poche. I viola devono insomma ancora capire come servire il loro centravanti. Soprattutto, devono trovare il modo per non lasciarlo da solo tra i difensori avversari come avvenuto per esempio al San Paolo. Più in generale la Fiorentina (per sua natura) non può non avere coraggio.

È giovane, piena di talento, e con tanta voglia di riprendersi quanto perso (per poco) lo scorso anno. Per questo, anche se va tenuta in considerazione la forza dell’avversario, ha un po deluso l’atteggiamento rinunciatario del San Paolo con Pioli che ha preferito proteggere il risultato che a tentare il colpaccio.

Corriere fiorentino

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