Corvino: “Firenze è casa mia. Non arrivano grandi nomi, impossibile prendere titolari migliori di questi”

Corvino racconta questo mercato: "Ai tifosi dico di avere fiducia di noi, abbonatevi"

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Il direttore generale della Fiorentina Pantaleo Corvino ha parlato al settimanale della Nazione Viola Week. Questa la sua intervista

Pentito?
«Di cosa? Di essere tornato a Firenze? Assolutamente no, qui sono a casa mia, qui chiuderò la carriera. Questa città è una seconda pelle, mi dà i brividi».

A proposito di brividi, stasera c’è la Juventus…
«E noi l’affrontiamo con grande rispetto, ma senza paura. Stiamo tutti lavorando come matti per regalare ai nostri tifosi una prestazione piena di energia, in partite così le motivazioni vengono da sole».

Pochi ricordano che sotto la sua gestione, la prima volta, successe un fatto straordinario. Nel 2008 la Fiorentina vinse a Torino dopo 18 anni di pareggi e amarezze.
«Un motivo in più per essere ottimisti».

Che tipo di mercato è questo?
«Più cessioni che acquisti. In soli due mesi ne abbiamo fatte 23, e ne mancano ancora. C’è stato un grande lavoro per alleggerire il monte ingaggi, ma è stata data a Sousa la possibilità di lavorare con una certa tranquillità, nonostante le emergenze per i rientri ritardati di alcuni giocatori, dovuti all’Europeo».

E gli acquisti?
«Sono nove fino ad ora, perché intendiamo mantenere la colonna vertebrale dell’anno scorso, giocatori che hanno fatto benissimo nel girone di andata. Difficile andare a prendere un titolare superiore a quelli che abbiamo, è stato deciso di fare scelte funzionali per dare alternative a Paulo e tenere il nostro patrimonio intatto».

Il tecnico ha gradito?
«In generale vedo un mercato ubriaco, con cifre spaventose. Il nostro motto invece è fare mercato all’insegna di un sano equilibrio, con Sousa c’è grande feeling, spontaneo, siamo in sintonia su ogni dettaglio».

Lei ama l’arte. A cosa paragonerebbe l’allenatore viola?
«Penso a una scultura di Alberto Giacometti, alta e slanciata (l’ultima opera è stata battuta a un’asta di Londra per 74 milioni di euro, ndr)».

Visto che siamo andati fuori…campo, la sua Fiorentina a che piatto assomiglia?
«Agli spaghetti con le cozze nere di Taranto, il mio preferito da sempre».

Taranto, Puglia, Vernole, la sua terra.
«Ultimamente ci vado poco, colpa degli impegni di mercato. La mia famiglia vive là ma presto mi raggiungerà a Firenze».

Lei guida malvolentieri.
«Sì, perché vivo poco la città. Pensi che il mio sogno è poter dormire su due brande: una al piazzale Michelangelo per ammirare il panorama, l’altra nel Corridoio Varsariano, così mi sveglierei in mezzo a quelle meraviglie di opere d’arte».

A Firenze lei stava per arrivare…
«Ai tempi della gestione Cecchi Gori, mi chiamò l’allora presidente Mario Sconcerti, non me la sentii di tradire il Lecce».

Firenze è sempre stata nella sua vita.
«Il merito è di mio padre, che quando si faceva la barba canticchiava l’inno della Fiorentina, poi la prima partita dal vivo, a Bari giocavano i viola».

Firenze come sempre si divide quando si parla di Fiorentina. Molti sono scontenti del mercato, molti altri invece hanno rifatto l’abbonamento. Cosa direbbe a chi è incerto?
«I quasi 17mila abbonamenti sono un dato importante, sono persone che hanno la maglia viola dentro. A chi ancora non si è abbonato chiedo di farlo sulla fiducia, stiamo ripartendo per un’altra sfida, la vicinanza dei tifosi sarà fondamentale. Dico la verità: non arriveranno grandi nomi, due mesi per fare quello che ho in mente non bastano».

Lei ama la musica, quale canzone rappresenta il suo stato d’animo attuale?
«Notte prima degli esami, di Antonello Venditti».
Prima parlava del mercato. E’ molto cambiato rispetto a quando ha iniziato a frequentarlo, è molto più complesso. Le tutele legali e finanziarie dei giocatori richiedono molto impegno e allungano i tempi di una trattativa. Non solo, alterano anche gli aspetti economici, perché alcune norme fanno riferimento a leggi superficiali».

Altro ingresso in società. Alberto Marangon è il nuovo team manager.
«Intanto voglio ringraziare Roberto Ripa per la professionalitò che lo ha sempre contraddistinto, tanto che avrà un altro ruolo in società. Quanto a Marangon, mi auguro che la sua esperienza possa portare qualità nei rapporti quotidiani di staff tecnco e squadra».

Prima diceva che la Fiorentina sarà la sua ultima squadra.
«Spero di non deludere i tifosi, che sono l’anima della Fiorentina. Io, tutti, stiamo dando il massimo per vincere questa sfida».

 

Paolo Chirichigno – Viola Week

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